Nella foto Giuseppe L'Abbate, sottosegretario alle Politiche Agricole |
Secondo quanto riferisce Gioconews, l'onorevole Giuseppe L'Abbate ha parlato a margine di una riunione in seguito all'attribuzione della carica di Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole.
I temi caldi che sono stati toccati sono stati: La governance e le scommesse, punti fondamentali per il rilancio dell'ippica.
"Credo fortemente che ci siano le possibilità per risollevare questo settore, vanto italiano nel mondo: dobbiamo solo lavorare sodo e in maniera condivisa".
Ne è convinto lo stesso L'Abbate (M5S), che dopo un lungo impegno parlamentare a sostegno dell'ippica, è tornato ad occuparsene in prima persona grazie alla carica di sottosegretario di Stato alle Politiche agricole, alimentari e forestali, ricoperta dal settembre 2019, e ora sarà chiamato ad un ulteriore impegno con l'attribuzione della delega specifica per questo settore di pochi giorni fa.
"Per evitare di perdere l’ennesimo patrimonio nazionale, dobbiamo intervenire quanto prima in maniera parallela sulle due riforme fondamentali: la governance e le scommesse. L’ippica, infatti, è stata avviata in una spirale deflattiva dove più si taglia e più viene depressa e più si deprime e più viene tagliata.
Credo che nella governance ci dovrebbero essere in maniera paritetica tutti gli attori della filiera: proprietari di cavalli, allevatori, allenatori, drivers (o fantini), società di corse. A supporto ci devono essere delle consulte tecniche.
Mentre si deve addivenire a una riforma delle scommesse che ne aumenti l’attrattività verso i giocatori. Quella ippica è una scommessa ragionata e limitata nella giornata e che è in grado, al contempo, di alimentare un intero sistema: dall’agricoltura alla mangimistica, dalla veterinaria all’artigianato etc..
Tutto ciò ponendo al centro dell’ippica il 'benessere del cavallo' che reputo fondamentale per lo sviluppo futuro del comparto".
Al centro della riforma dell'ippica sicuramente c'è anche il ruolo degli ippodromi. In alcuni virtuosi casi si sono trasformati in "luoghi di intrattenimento" aperti alla cultura, agli eventi e alla famiglia, in altri si rischia la definitiva chiusura fra bandi andati deserti e difficoltà di gestione di vario tipo. Quale potrebbe essere la strategia giusta per favorirne il recupero e/o il rilancio? E per favorire anche la stanzialità dei cavalli negli ippodromi, chiesta da più parti?
"Gli ippodromi sono teatri dove si tengono degli spettacoli: le corse ippiche. Ma se si limitano a fare solamente questo non sono destinati ad avere un futuro roseo. Se invece si inizia a pensare all’ippodromo come un luogo, uno spazio, un’area da far vivere tutti i giorni dell’anno, possono avere una prospettiva futura redditizia.
Certamente anche la stanzialità dei cavalli negli ippodromi è importante e, pertanto, vanno creati i box, laddove è possibile realizzarli. Le sovvenzioni ministeriali servono proprio per far svolgere lo spettacolo delle corse nel miglior modo possibile, offrendo i migliori servizi".
Veniamo alle richieste degli operatori. Si potrà definire un nuovo contratto pluriennale a partire dal 2021?
"Stiamo lavorando su un doppio versante: una decisione transitoria per il 2020 che corregga le storture del decreto precedente e poi lavorare su quello che sarà una programmazione pluriennale".
Cosa ne pensa poi delle ipotesi di una definizione "condivisa" delle corse, con un calendario annuale?
"Ritengo il calendario annuale imprescindibile per il futuro del settore nonché per far sì che gli ippodromi possano avere una programmazione che gli garantisca introiti".
Crede nella costituzione di un tavolo di lavoro permanente o di una consulta tecnica formata dai rappresentanti delle categorie?
"Questa idea è contenuta nella mia proposta di legge che ho presentato in Parlamento nel lontano 2013. Nella riforma della governance pertanto, come detto, ci dovrebbero essere in maniera paritetica tutti gli attori della filiera (proprietari di cavalli, allevatori, allenatori, drivers/fantini, società di corse) con il supporto di consulte tecniche.
L’auspicio, ovviamente, è che la mia proposta sia condivisa dall’intero settore".
Relativamente alle sovvenzioni, gli operatori chiedono di "garantire risorse certe e tempi certi di erogazione", anche per quelle provenienti dal Preu. Qual è la strada da percorrere secondo lei? L'avvio delle scommesse complementari - già legiferate – potrebbe aiutare in tal senso?
"Certo, le scommesse complementari aiutano sicuramente. Stiamo ragionando anche sul Preu: se dare una parte anche agli ippodromi, fermo restando che dovranno essere utilizzati per investimenti. Cercare di stabilizzare le risorse non è semplice ma ci stiamo lavorando e, nell’ottica della riforma ippica, risulterà fondamentale poter contare su un contributo fisso e costante".
Pensa che il Mipaaf e il Mef potrebbero lavorare insieme per rendere più "sostenibile" il settore? E che ci potrebbe essere una Direzione generale dell'ippica (sotto il controllo del ministero)?
"Senza interlocuzione con il ministero dell’Economia e delle Finanze sicuramente non potremo andare lontano. Per quanto concerne una 'Direzione generale dell’ippica' è una delle opzioni in campo su cui si sta discutendo nell’ambito della riforma".
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