Qualche giorno fa sul quotidiano Milano Finanza, è stato pubblicato un articolo a firma di Andrea Montanari che parla di Bando della tv che è prossimo a svelare le proposte. Come si documenta più sotto in corsa ci sono il big delle scommesse Snaitech, il gruppo Betflag dei Tarricone (con La7), il tandem Italia Sport Communication-Sciscione e un pool di investitori milanesi.
Per questo motivo abbiamo deciso di condividere un articolo pubblicato sul Trotto & Turf, nell'edizione di giovedì 16 Gennaio, che parla proprio della questione. L'articolo è a firma Sleipnir, che non sappiamo chi sia, ma sembra molto ben informato sull'argomento.
Per chi fosse interessato, buona lettura.
L'argomento di grande attualità della politica ippica attuale è la prossima assegnazione del Servizio di gestione del segnale televisivo delle corse che comunemente, e impropriamente, viene chiamato Bando Tv.
Per questo motivo abbiamo deciso di condividere un articolo pubblicato sul Trotto & Turf, nell'edizione di giovedì 16 Gennaio, che parla proprio della questione. L'articolo è a firma Sleipnir, che non sappiamo chi sia, ma sembra molto ben informato sull'argomento.
Per chi fosse interessato, buona lettura.
L'argomento di grande attualità della politica ippica attuale è la prossima assegnazione del Servizio di gestione del segnale televisivo delle corse che comunemente, e impropriamente, viene chiamato Bando Tv.
I 55 milioni di euro per sei anni in ballo hanno scatenato appetiti importanti e se circa sette anni addietro i competitor furono essenzialmente due, uno dei quali poi estromesso per vizi di ordine bu-rocratico, questa volta sembra proprio che a partecipare saranno almeno cinque gruppi, tutti molto agguerriti. Secondo un articolo a firma Andrea Montanari pubblicato giovedì scorso sul giornale economico Milano Finanza, ad ambire a gestire il servizio, oltre all'attuale concessionario Teleippica, società del gruppo Snaitech che starebbe cercando di rafforzare il proprio rapporto con Sky, ci sarebbe il gruppo Betflag (operatore del comparto scommesse) che fa riferimento alla famiglia Tarricone e starebbe studiando una partnership con il gruppo Cairo; un'altra cordata di stampo franco-milanese capitanata da Giorgio Sandi, ex Ad di Sisal prima e di Snai dopo; una partnership tra Michele Criscitiello, che controlla il canale sportivo Sportitalia, e la famiglia Sciscione ben nota nell'ambito dell'emittenza privata laziale e piemontese, che ha recentemente rilevato il canale di televendite Hse24.
Dall'elenco mancherebbe un quinto raggruppamento, anch'esso di stampo milanese che farebbe capo a personaggi di ex militanza Mediaset. All'utente ippico e anche a Sleipnir non interessa più di tanto chi sarà ad aggiudicarsi il ricco bando. Ricco fino a un certo punto perché occorre precisare che rispetto all'attuale situazione viene richiesto un canale in chiaro sul digitale terrestre, oltre al satellite (in sostituzione o a complemento?) che comporta costi non indifferenti a meno che non si voglia migrare su numerazioni improbabili e ben poco promozionali per l'ippica. Certo interessa che il servizio venga fatto bene e che migliori quello attuale che comunque, rispetto alla precedente gestione, ha fatto molti passi avanti. Che sia in grado di portare le immagini in diretta nelle case e non ripeta, ad esempio, le problematiche che furono all'origine delsistema Dazn per il calcio. Certo se per una partita avere 30 secondi o un minuto di ritardo nella visione delle immagini può essere influente fino a un certo punto (anche se con le scommesse Live non è il massimo), vi immaginate quello che potrebbe accadere se un simile modello fosse mutuato per la trasmissione delle corse dei cavalli con relative scommessep ossibili on line? L'altra faccia della medaglia, l'altro estremo, è quello che nell'immaginario collettivo è sinonimo di servizio quasiperfetto, che molti identificano in Equidia e nella sua struttura, ma attenzione: quello francese è un giochetto che costa in un solo anno oltre 45 milioni di euro, cioè quasi quanto tutto il nuovo bando che dovrà garantire il servizio per sei. Tutto proporzionato, ovviamente a quello che è il movimento transalpino e che al momento è certamente al di fuori della nostra portata.
In mezzo ai due estremi però cis ono tante sfaccettature, tanti modi di offrire un prodotto interessante e che al tempo stesso soddisfi da un lato itecnici e dall'altro assolva una funzione promozionale. Quali sono i rischi di una situazione del genere e degli appetiti che può generare? Gli ippici di buona memoria ricorderanno quello che accadde alla fine del secolo scorso, nel 1999. La scommessa Tris, gestita dalla Sisal, andava a gonfie vele e solo un paio d'anni prima aveva stabilito il proprio record assoluto con oltre 16 miliardi (8 milioni di euro) incassati su una sola corsa, ma la concessione giunse alla scadenza e venne, a norma di legge, messa a bando. Ad aggiudicarsela fu unas ocietà costituita ad hoc per l'occasione: la Sarabet dello scomparso avvocato Angelo Pettinari, con appena venti milioni di lire di capitale, che, pur non avendo una propria rete e un know how specifico, fece un'offerta al ribasso estremamente concorrenziale che le valse la vittoria della gara salvo poi decretare l'inizio della fine proprio di quella scommessa Tris che era il motore dell'ippica, tant'è che in soccorso, per evitarne l'azzeramento, dovettero intervenire prima Lottomatica e poi anche la stessa Sisal.
L'ippica attuale, la sua televisione, la sua promozione, di tutto hanno bisogno meno che di un'altra Sarabet, per cui sarà fondamentale che, da un lato, chi sarà chiamato a giudicare le offerte contenute nelle buste che saranno presentate il prossimo 30 gennaio abbia la possibilità di valutare, al di là della mera offerta economica, la consistenza e la capacità della società vincitrice di offrire quel servizio tecnico e di promozione che è alla base del capitolato della gara e che potrebbe essere uno dei veri motori di rilancio di tutto il settore. Dall'altro, occorre che chi si aggiudicherà il servizio e il suo, comunque non trascurabile, valore economico sappia investire al meglio e non pensi solo a fare cassa.
L'altro rischio è che si ripeta il caso ben più recente del bando per la promozione ippica dello scorso anno, aggiudicato per una cifra ben più modesta (meno di 400mila euro) ma che non è stato capace di produrre assolutamente nulla oltre a uno spot reiterato e mandato in onda proprio solo sul canale ippico che certo di promozionale ha avuto davvero poco o nulla. Tutti scontenti e, a posteriori, servizio passato sotto il vaglio dei controllori di Stato e, a quanto risulta a Sleipnir, contestato, tant'è che a breve dovrebbe essere pubblicato un nuovo bando, questa volta per il 2020. Certo che di soldi buttati al vento l'ippica ne ha visti passare davvero tanti e non solo in tempi di vacche grasse.
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