GC Costruite una statua a quest'uomo! Lui è Khalid Abdullah, Principe e imprenditore saudita, classe 1937, membro della famiglia reale Āl Saʿūd. Ha una vasta serie di interessi commerciali gestiti tramite la holding Mawarid ma è probabilmente meglio conosciuto per essere il proprietario della celebre e pluripremiata catena di allevamento di cavalli Juddmonte Farms.
Come tale, è una delle figure di spicco del mondo delle corse di cavalli purosangue. Ma non solo: è fondatore di un sistema allevatorio, forse il migliore in assoluto, che ancora oggi è florido e vivo, e fa innamorare tutti gli appassionati del nostro meraviglioso sport. I suoi colori sono diventati ben presto frequentatori abituali dei tondini di dissellaggio dei principali ippodromi del mondo, nelle più importanti corse del mondo. Sotto le sue insegne sono passati i cosiddetti "horses of a lifetime". Passando da Rainbow Quest, per Dancing Brave, Frankel, Arrogate (anche se acquistato e non prodotto del suo allevamento), fino ad arrivare alla campionessa Enable. Senza considerare i Dansili, gli Oasis Dream, Know Fact, Empire Maker..
E pensare che all'inizio il purosangue non era assolutamente in cima ai suoi interessi. Anche se il padre possedeva cavalli, Khalid inizialmente non era interessato al mondo delle corse. L'introduzione in questo sport è stata una visita al Longchamp con gli amici nel 1956. Nonostante questo, non ha posseduto cavalli da corsa fino alla fine degli anni '70.
In un anno ha acquistato diversi soggetti segnando l'inizio degli investimenti su larga scala nel settore delle corse di cavalli da parte degli imprenditori del Medio Oriente che hanno trasformato questo sport.
Qui sotto riproponiamo un pezzo di 10 anni fa circa, realizzato dal Maestro Franco Raimondi, che sul Trotto & Turf analizzava la storia e ripercorreva le tappe di una storia divenuta meravigliosa. Un pezzo che tutti gli appassionati devono leggere e custodire gelosamente. Buona lettura..
Ma lei, Principe, è proprio infallibile! No, anch’io ho commesso un errore: ho venduto Danehill... No, Khalid Abdullah nella parte dell’ispettore Rock proprio non ci può stare anche se pure lui ha commesso un errore. Di gioventù, forse, perché quando nel 1990 Danehill entrò in razza al Coolmore, l’operazione allevatoria Juddmonte era ancora ai primi vagiti. Come sarebbe oggi l’industria mondiale del purosangue se Danehill avesse funzionato solo in Inghilterra, secondo i rigorosi criteri imposti dal Principe, non lo sapremo mai. Di certo possiamo registrare solo un dato: nonostante l’errore Danehill nessun proprietario-allevatore ha vinto come lui, tenendo ben salda la barra delle regole.
Twice Over sabato nelle Champion ha conquistato il gruppo uno numero 161 per la giubba bianco-verde e rosa. Una cifra semplicemente spaventosa. Per intenderci sono 6 vittorie in più di quanto ha ottenuto Godolphin, addirittura 17 sopra il livello fissato in 49 anni da un’operazione paragonabile nella struttura come quella dell’Aga Khan. Khalid Abdullah ha raggiunto queste cifre molto più in fretta, in appena 30 anni e 13 giorni, quelli passati dal 4 ottobre 1979 quando Known Fact centrò a sorpresa le Middle Park Stakes guadagnandosi una quota di 20/1 nell’antepost per le 2000 Ghinee del 1980.
Known Fact diventò nel maggio successivo – dicono gli storici - il primo vincitore classico inglese di proprietà araba, grazie a una delle più scandalose retrocessioni della storia (quella di Nureyev), e da quel “parto anale” dei commissari è iniziata una storia entusiasmante. Lasciamo da parte le parole e torniamo alle cifre. Quota 161 è stata raggiunta grazie a 91 cavalli diversi, solo 9 dei quali non allevati, e 61 successi sono arrivati con figli di stalloni firmati Juddmonte, il marchio di casa. Ma c’è di più: dal 1994 Juddmonte è diventato completamente autosufficiente: tutti i 101 gruppi uno conquistati negli ultimi 15 anni sono stati ottenuti da homebred.
Khalid Abdullah ha messo in piedi tutto questo praticamente in silenzio., utilizzando i migliori professionisti del settore che, in pratica, galoppano liberi dentro gli steccati di un progetto. “Sono sempre informato di tutto e l’ultima decisione tocca a me. Quando, però, uno dei miei collaboratori si dimostra particolarmente convinto di qualcosa alla fine gli concedo fiducia” ha detto in una delle sue rare interviste.
Il carattere dell’uomo, quel suo muoversi sottotraccia, ha fissato le regole per tutta l’organizzazione. L’unico aspetto naif sono gli orribili calzini colorati del racing manager Teddy Beckett (ora Lord Grimthorpe). Abdullah non ha un “capo allenatore” come l’Aga Khan ma divide il materiale fra 10 professionisti europei (il Maestro Cecil, Michael Stoute, Barry Hills, Amanda Perrett, John Gosden e Roger Charlton in Inghilterra; Andre Fabre, Criquette Head, Pascal Bary e David Smaga in Francia) e uno americano, Bobby Frankel.
Senza quell’Uno, e senza l’idea di utilizzare l’America come seconda chance, Abdullah sarebbe ancora intorno a quota 100. Quell’intuizione, maturata a metà degli anni ’80 e sviluppata gradualmente da quando è arrivato l’incontro con Frankel, ha cambiato faccia all’operazione Juddmonte. Abdullah è stato il primo a creare una scuderia intercontinentale partendo dall’Europa (Nelson Bunker Hunt l’aveva fatto prima seguendo il tragitto inverno). Un pioniere.
La cosa che impressiona di più, però, è il concentrato di qualità del materiale allevatorio. Tony Morris aveva definito nel 2003 Juddmonte come il miglior complesso allevamento-corse del mondo e secondo il settimanale americano Thoroughbredtimes le fattrici attive madri di almeno un vincitore di gruppo uno erano 22. Cifre in aumento, come dimostra la tabella che proponiamo, quella delle fattrici che possiamo definire in “servizio permanente effettivo” (con almeno un prodotto registrato negli ultimi 3 anni. Sono ben 51 quelle che hanno vinto un gruppo uno o prodotto un vincitore di gruppo uno.
Juddmonte rappresenta il distillato della produzione mondiale, tutta polpa e poco scarto. Il parco fattrici è aumentato in maniera consequenziale alla sovraproduzione mondiale del purosangue ma non si è gonfiato a dismisura.Nelle ultime 10 edizioni delle December di Newmarket Juddmonte ha venduto 390 cavalle (fattrici gravide o out of training) per un fatturato di 12.631000 ghinee e una media di 32.389. “Inventando” un cambio ponderato della sterlina contro l’euro di 1,30 il valore degli “scarti” Juddmonte siamo a circa 16 milioni e mezzo di euro e a un prezzo, una per l’altra, di oltre 40.000 euro a cavalla.
Consentiteci un pensierino da fantaippica: se con una parte dei denari delle provvidenze l’Unire avesse acquistato in blocco tutte quelle 390 cavalle, distribuendole per sorteggio agli allevatori italiani, il nostro parco fattrici avrebbe moltiplicato in maniera esponenziale il suo livello qualitativo. Se qualche creativo vuole cimentarsi nel gioco… Quest’anno Juddmonte ha in catalogo 51 cavalle alle December più 8 femmine alle Horses in Training. Con un paio di milioni di euro ce la potremmo cavare!
Lasciamo da parte gli scherzi e torniamo a Juddmonte che nel galoppo del duopolio Darley – Coolmore è riuscito a diventare l’autentica terza forza, più ancora dell’Aga Khan che è un’entità a parte. Come sono cambiate le cose rispetto ai primi anni ’80, quando Khalid Abdullah era ai primi passi e comprava yearling con un progetto chiaro in testa. Da quei primi acquisti a caro prezzo è nato l’allevamento. Rainbow Quest costò 950.000 yearling nel 1982 ed è diventato uno degli stalloni più influenti della sua epoca. Sookera, vincitrice delle Cheveley Park, arrivò dopo una trattativa con Robert Sangster e ha fondato la linea che attraverso Hasili ha dato Dansili e compagnia. Image to Reality (500.000 dollari nel 1987) è stata la chiave per arrivare a Toussaud. Slightly Dangerous, comprata in training un mese prima del secondo posto nelle Oaks del 1982, ha dato Warning e Commander in Chief. E così si può tracciare la storia delle varie Razyana (madre di Danehill), Viviana (da cui Sightseek) e via dicendo. Non vogliamo togliervi il divertimento di scoprire da soli tutte queste meravigliose storie. Il comune denominatore è che gli investimenti hanno prodotto vittorie e qualità.
Si, Khalid Abdullah è il leader del galoppo allineato, ancor di più da quando ha creato un polo stalloniero basato sulla cultura più che sul profitto. Lui, che aveva venduto Dancing Brave in Giappone e Danehill al Coolmore, ora tiene in razza i suoi campioni. La lista comprende per il momento 8 razzatori in Europa (Beat Hollow, Cacique, Dansili, Oasis Dream, Observatory, Rail Link, Three Valleys e ZAmindar) e 4 in America (Aptitude, Empire Maker, First Defence e Mizzen Mast). Juddmonte ha delle regole precise e anche durante l’esplosione della “bolla speculativa” ha lavorato cercando di calmierare il mercato. Gli otto stalloni europei hanno coperto circa 600 fattrici, i 4 americani non arrivano a 350. Il prezzo più alto sono le 65.000 sterline per Dansili (che è anche il più richiesto). E lo shuttle, i book da 200 fattrici e tutte le altre diavolerie moderne? Non esistono. Gli stalloni Juddmonte non fanno più la doppia stagione da quando (era il 2002) Zafonic morì in Australia e non vengono strizzati per un pugno di sterline.
La massima concessione al mercato, oltre a qualche raro acquisto di sostegno o di simpatia, è l’uso del foal sharing all’antica – su basi amichevoli – come quello con il Coolmore che produsse Brian Boru e Powerscourt o quello più attuale con la Overbrook Farm per Storm Cat (alle November di Keeneland passeranno nel Dispersal dell’allevamento americano una decina di cavalle prodotte con questo sistema).
Quando, fra 30 anni, gli storici del galoppo analizzeranno questo periodo, non potranno fare a meno di arrivare alla considerazione più semplice. Khalid Abdullah, in silenzio, ha costruito il più influente allevamento del mondo e ha saputo tenere legata l’intera industria a regole antiche e vincenti. Altro che speculazioni e deliri di onnipotenza!
Franco Raimondi
Franco Raimondi
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