Pubblichiamo, per concessione dell'Anac, l'ultimo numero della newsletter dedicata agli allevatori. Lo scritto, pubblicato in data 8 Gennaio, racconta della tradizione italiana che c'è dietro alle vittorie di Mac Mahon, e che riporta indietro le lancette di 22 anni, quando Alduino Botti acquistò Martino Alonso, il "capostipite" di questo ideale fil rouge dell'allevamento tutto italiano. Buona lettura.
GCAN. Quello dell’anima è un concetto complicato, gigantesco. L’anima è un soffio, che ispira tutto ciò che c'è di invisibile di una persona. Vogliamo dedicare questa puntata della nostra Newsletter a Danielino Porcu, che ha lasciato questa terra troppo prematuramente, a 34 anni, nei giorni scorsi a causa di complicanze derivanti da un cancro che stava combattendo. Troppo presto, troppo ingiusto. Daniele si è fatto amare ovunque sia andato ed ora più che mai il suo esempio ci è di ispirazione e, come si dice, nessuno muore nel cuore di chi resta. La sua anima continuerà a vivere.
La scomparsa di Daniele (a tutta la famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze) ha fatto passare in secondo piano, ovviamente, un risultato sportivo di prestigio di cui l’Italia può fregiarsi perché da troppo tempo la desinenza “ITY” non affiancava la vittoria di un cavallo all’estero.
Mac Mahon ha vinto il Qatar Derby, un G1 locale dotato di $500,000 traboccanti come da una cornucopia. Indipendentemente dal valore della vittoria, contro avversari non eccezionali, resta l’aver scovato una corsa abbordabilissima ed allo stesso tempo ricchissima. Praticamente un colpone. Quella che vogliamo raccontarvi è una storia di tradizione tutta italiana. Si, perché Mac Mahon è un figlio di Ramonti il quale è un figlio di Martino Alonso, tre capolavori firmati Alduino e Stefano Botti che, tra l’altro, hanno vinto la loro prima corsa internazionale proprio in Qatar.
Tutto parte dall’acquisto di Martino Alonso da parte di Alduino. Accadde il 20 Settembre 1995 nel ring di Fairyhouse per 6,400 GNS, venduto da Mr. James W. Ryan come una sorta di scarto di Godolphin. Martinone, un figlio di Marju, aveva un bellissimo modello ma era "matto come un cavallo".
Le sue bizze caratteriali hanno contraddistinto la sua carriera al mattino (Marco Botti ne sa qualcosa) ed in corsa, fatta di alti e bassi, ma soprattutto prestazioni eccezionali tanto che dopo aver debuttato per i colori Dioscuri viene venduto per metà al Sciur Balzarini della Siba, alla ricerca di una punta per la stagione. Alla fine della carriera si contano 9 vittorie con le perle nel terzo posto nel Di Capua G1 e con il secondo nel Premio Roma G1 di Taipan. Alla fine della carriera agonistica viene proposto come stallone qua e la, ma nessuno lo vuole. Tranne Fausto Beluschi che lo destina a tutte le sue fattrici, numericamente consultabili sulle dita di una mano. Da una di queste, Radura, nasce il buonissimo Rumsfeld e da li si cominciano a capire le potenzialità di Martino.
Nel frattempo, nel 2005, la Siba fa spazio nel proprio roster tra Tibullo e Glen Jordan e lo “assume” a tempo pieno. Ad un certo punto, tra le varie fattrici, gli viene destinata una figlia de La Locandiera che Alduino aveva acquistato poco prima, della famiglia di Moon Ingraver. Fosca aveva del talento ma non espresso perché dopo 2 corse infruttuose si infortunò seriamente. Messa in razza, venne promessa in sposa a Martinone e venne fuori un bellissimo baio a cui venne dato nome Ramonti, cresciuto benissimo. La storia di Ramonti è nota: Prima campione in Italia proprio per il team Botti, vincendo Parioli, Di Capua etc, sfiorando anche il Derby G1, venne venduto a Godolphin che ne costruì una carriera internazionale fatta di un secondo nelle Lockinge (alle spalle di Red Evie, la mamma della campionessa Found) e poi le vittorie nelle Queen Anne Stakes, nelle Sussex Stakes, nella Hong Kong Cup.
In razza in Inghilterra coprì relativamente poco e dunque il ritorno in Italia alla Sab di Besnate. Nel frattempo accade che Martino, in una brutta pagina di cronaca tutta italiana, viene anche rapito da Brescia e fatto ritrovare qualche mese dopo in una campagna nei dintorni di Napoli. Ad accoglierlo Lollo Luciani nella sua Azienda Agricola, e dunque il successivo il ritorno ad Antezzate per continuare laddove aveva lasciato, con prodotti vincenti, prima di una frattura nel box che ne compromise l’esistenza sulla terra. L’ultima perla Goldstream, nato nel 2012 e vincitore del Derby 2015. In mezzo a questi anche Dagda Mor, Solomar, Onlyyouknowme, Ragiam, Marcret, Marshade e Cronsa, di cui parleremo dopo, tra i migliori prodotti a livello di black type senza contare gli altri tanti utilissimi figli.
Ramonti, dopo una parentesi al Kildangan, in Italia produce bene e, nonostante un numero non impressionante di fattrici coperte, da al mondo Montiridge (al momento il suo miglior prodotto), poi una serie di performer di livello fino ad arrivare a Mac Mahon, il vincitore di Derby Italiano, cavallo tutto italiano, secondo di Premio Roma e vincitore in Qatar proprio per il training di Stefano ed Alduino Botti che ne costruiranno la carriera anche nel 2018. Ora, Martino Alonso non c’è più, Ramonti è stato espatriato in Polonia dove funzionerà per €1,500 e già ha un book pieno, mentre Mac Mahon prenderà forse la strada per l’Oriente visto che è di proprietà Giapponese. Ma siamo certi che il sangue pregiato di questa famiglia verrà ancora fuori in nome dell’allevamento e delle sue radici.
Un nome? Cronsa, come dicevamo, è una delle 4 o 5 fattrici (tra le circa 100 di proprietà del Velino) rimaste alla famiglia Botti, figlia appunto di Martino Alonso. Cronsa è titolare di una delle ramificazioni più importanti in Italia negli ultimi 30 anni, che fa capo alla felice intuizione di Enrico Arcari che nel 1965 importò Crenelle e diede vita ad un filone fertilissimo come quello di Croda Rossa, Croda Alta e dunque Claba di San Jore che tutti conosciamo bene. Cronsa è la mamma di Sweet Gentle Kiss che, in un ipotetico antepost per Regina Elena, è la favorita logica dopo la vittoria a paletti nel Dormello.
E la storia (italiana) continua…
Gabriele Candi
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta qui