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Cominciamo parlando in linea generale di quello che rappresenta un po’ il momento italiano a qualche giorno di distanza dalle aste: “Il catalogo di quest’anno rispecchia in qualche modo l’andamento dell’ippica italiana in fatto di allevamento. È un bel catalogo, ma si potrebbe fare di più. Ci sono pochi nati e dunque pochi cavalli che possiamo proporre come selezione ed attrattiva sul mercato. Credo si tratti di una diretta conseguenza dello smarrimento che stanno vivendo tutti gli operatori, in particolar modo gli allevatori, che hanno perso molta fiducia nei confronti dell’istituzione e per l’allevamento. So bene che un tipo di progettualità è necessario e si deve per forza appoggiare su una base quinquennale ma, venendo meno questo aspetto con annessa incertezza, i risultati sono meno soddisfacenti di quanto si possa fare ed i risultati parlano chiaro, negli ultimi anni abbiamo allevato fior di cavalli e gli esempi sono innumerevoli.
La realtà è che però intravedo comunque molta passione in chi ha continuato ad investire nonostante il regime di sofferenza che stiamo vivendo, e questi meriterebbero un monumento alla continuità. Ecco, ritengo che si debba ripartire da questa enorme passione tornando a dare fiducia anche ai piccoli allevatori che costituivano fino a qualche anno fa l’asse portante del nostro mondo, la colonna vertebrale, e ad incentivare il prodotto italiano perché nel rapporto qualità-prezzo non è assolutamente da meno a mercati più pompati ma nel concreto meno efficaci guardando i risultati. L’obiettivo dell’Anac credo sia proprio dare nuovo impulso per i più piccoli cosicchè tornino ad investire con conseguenza che si possa tornare a creare un mercato ed un relativo indotto che rappresenta poi l’oliatura di un ingranaggio perfetto. Abbiamo le competenze, un parco stalloni che si è di nuovo arricchito di nuove proposte di qualità, e certamente le capacità per risollevarsi, dunque ritengo sia sforzo necessario lottare fino in fondo per tornare ad avere quelle provvidenze che hanno reso grande l’allevamento. Esiste la qualità d’elite massima, ma esiste anche tutto il resto con tante piccole entità che fanno grande un settore, e ritengo sia una componente fondamentale per restituire sostengo e fiducia a chi investe. Noi siamo al momento in una via di mezzo, un ibrido, un contenitore di qualità ma relativa. In questo caso l’allevamento non va solo preservato, ma va soprattutto salvato.
La realtà è che però intravedo comunque molta passione in chi ha continuato ad investire nonostante il regime di sofferenza che stiamo vivendo, e questi meriterebbero un monumento alla continuità. Ecco, ritengo che si debba ripartire da questa enorme passione tornando a dare fiducia anche ai piccoli allevatori che costituivano fino a qualche anno fa l’asse portante del nostro mondo, la colonna vertebrale, e ad incentivare il prodotto italiano perché nel rapporto qualità-prezzo non è assolutamente da meno a mercati più pompati ma nel concreto meno efficaci guardando i risultati. L’obiettivo dell’Anac credo sia proprio dare nuovo impulso per i più piccoli cosicchè tornino ad investire con conseguenza che si possa tornare a creare un mercato ed un relativo indotto che rappresenta poi l’oliatura di un ingranaggio perfetto. Abbiamo le competenze, un parco stalloni che si è di nuovo arricchito di nuove proposte di qualità, e certamente le capacità per risollevarsi, dunque ritengo sia sforzo necessario lottare fino in fondo per tornare ad avere quelle provvidenze che hanno reso grande l’allevamento. Esiste la qualità d’elite massima, ma esiste anche tutto il resto con tante piccole entità che fanno grande un settore, e ritengo sia una componente fondamentale per restituire sostengo e fiducia a chi investe. Noi siamo al momento in una via di mezzo, un ibrido, un contenitore di qualità ma relativa. In questo caso l’allevamento non va solo preservato, ma va soprattutto salvato.
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Parliamo un po’ nel dettaglio anche dei cavalli che presenterai alle aste: “Ho iscritto tre cavalli e sono tutti molto belli. Due sono figli di Blu Constellation in cui credo molto e non solo perché l’ho allevato io. Lui è stato un campione vero, un Cavallo con la “C” maiuscola fermato solo da un virus. Ma a 2 anni ha fatto vedere di cosa era capace vincendo in quel modo il Criterium de Maisons-Laffitte G2 per 6 lunghezze. Uno dei suoi figli è il Lot 71, un maschio prodotto di Arsita (Altieri) che è consanguineo di Arrivederci buonissima a 2 anni ed è molto equilibrato e corretto. L'altro è il Lot 92, un altro maschio, nato presto, fratellastro di Max And Ruby. Non enorme nel fisico ma con bei punti di forza da sviluppare. Poi propongo il Lot 77, una femmina nata a Febbraio che è una Gladiatorus molto bella nel fisico che ripete nell'incrocio la buonissima Cassina de Pomm con inserti di Blushing Groom, è davvero una bella cavalla".
Appuntamento a La Maura il 15 Settembre, allora!
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