Salviamo l'ippodromo di Livorno. In poche ore la pagina Facebook "No alla chiusura dell’ippodromo Caprilli" ha attratto più di 2600 persone, ed il fine comune è quello di sensibilizzare l'attuale gestore dell'ippodromo toscano, uno dei pochi che durante l'estate è sommerso di pubblico, a non lasciar morire un impianto storico che in 120 anni ha fatto di Livorno un polo importante per il nostro sport. Noi ci uniamo alla campagna ed invitiamo quanti coloro interessati a rilasciare una testimonianza ad iscriversi alla pagina inerente alla questione cliccando QUI.
Cosa è successo: Il settore è allo sbando, ed in più a fine Febbraio una tromba d'aria ha causato seri danni all’interno dell’impianto, sono state danneggiate dal vento le cabine dove si trovano le pompe dell’impianto di irrigazione e i quadri elettrici; box e tettoie. Sono state ribaltate dalla furia del vanto le gabbie di partenza con sedici stalli e alcuni pini. La cartellonistica lato stadio Picchi. Il tondino di riscaldamento è ridotto un pantano per mancanza di manutenzione ai canali di scolo. Gli impianti di illuminazione sono rimasti su tese e pali per cui dal 26 dicembre (data del’ultima corsa 2015) non sono stati smontati per le manutenzioni e hanno subito l’azione del vento al punto che alcune lampade sono state divelte dalla furia del vento sono disseminate sulla pista.
Riporta Monica Dolciotti su La Nazione: «Anche i vandali e gli intrusi hanno provocato danni al Caprilli» denuncia Fabrizio Ferramosca, titolare di una delle scuderie che hanno in affitto i box al Caprilli dove sono ospitati ancora una cinquantina di cavalli. «Qui di fatto la vigilanza non c’è e chiunque può entrare dal lato della sala scommesse dove c’è l’ingesso di viale Italia». E anche la notte il Caprilli è terra di nessuno nella struttura. Abbiamo fatto un sopralluogo e infatti ci siamo imbattuti nella cancellata divelta che dovrebbe bloccare l’accesso al sottopasso che conduce al prato centrale. Sono state forzate le finestre dei servizi igienici. È stato gettato a terra e distrutto uno dei monitor esterni a lato della sala scommesse. Alcuni ragazzi si sono introdotti nel Caprilli e hanno usato le gradinate della tribuna come circuito per lo skateboard".
Nulla è cambiato ad un mese di distanza, e la gestione non ha intenzione di rimettere le mani sull'impianto che, a questo punto, rischia seriamente di non vedere più le luci accese.
Intanto su La Nazione è uscito un nuovo articolo con la situazione aggiornata. Riportiamo per intero l'articolo con tutti i diritti a loro riservati:
Oggi si decide la sorte dell’Ippodromo Caprilli. Si riunisce alle 10 l’assemblea dei soci della Labronica Corse, società partecipata al 100% dal Comune che ha gestito l’impianto fino al subentro di Alfea (che gestisce anche l’ippodromo di Pisa), poi della Livorno Galoppo fino al 31 dicembre 2015. La Labronica Corse è in liquidazione dall’aprile 2011. Intanto dalla scadenza della concessione alla Livorno Galoppo, il Caprilli è di fatto senza gestore, senza manutenzione e abbandonato a se stesso. Lo hanno ribadito ieri Paolo De Santi a nome della Livorno Galoppo, Giuseppe Luongo della Cgil (rappresenta gli otto lavoratori del Caprilli ex Labronico Corse licenziati il 31 dicembre 2015 dalla Livorno Galoppo che le era succeduta). E i titolari delle scuderie che hanno all’Ippodromo ancora cinquanta cavalli. Stamani a presidiare il Caprilli ci saranno tutti in attesa dell’esito dell’assemblea dei soci. Paolo De Santi ha intanto denunciato che «l’Ippodromo è assolutamente vulnerabile perché non c’è sorveglianza. Lo dimostra il fatto che la domenica di Pasqua dei ragazzi, sotto gli occhi di quelli che si suppone fossero i loro genitori, hanno preso gli estintori e li hanno scaricati nel campo antistante l’ex self service».
Per non parlare del fatto che da settimane nell’impianto di via dei Pensieri «mancano elettricità per un guasto alla cabina elettrica ed acqua – ha aggiunto De Santi – e da oggi (ieri, ndr) Enel ha interrotto su richiesta di Livorno Galoppo la fornitura di elettricità». E la mancanza di elettricità «ha già messo in ginocchio la mia attività» ha sottolineato Marco Gavassi gestore del bar all’interno dell’Ippodromo. E rischia di «mettere in serie difficoltà – ha aggiunto Luongo della Cgil – anche i 15 dipendenti dell’agenzia di scommesse». A nome delle scuderie Valerio Picchi ha lanciato un’accusa alla società Alfea che avanza pretese sul Caprilli per aggiudicarsi la sua gestione a suon di ricorsi al Tar, oltretutto vinti. E ne ha un altro pendente di cui si attende l’esito entro aprile.
«Qual è il gioco di Alfea? – si domanda Picchi – Ha dalla sua parte già una sentenza del Tar che le dà ragione (anche se il Comune di Livorno proprietario del Caprilli non l’ha ancora ottemperata, di qui il nuovo ricorso di Alfea al Tar, ndr)». Alfea intanto «lavora dietro le quinte per prendersi una quota delle giornate di corse 2016, che Livorno ha ormai perso». Gli ha fatto eco De Santi lanciando un’accusa altrettanto pesante: «C’è chi si è già mosso per accaparrarsi le 26 giornate di corse che erano destinate nel 2016 al Caprilli. Sono interessati gli ippodromi di Pisa, Grosseto e Firenze». E «Alfea a nostro parere ha tutto l’interesse a fare a casa sua, cioè a Pisa, quello che potrebbe fare a Livorno e cioè disputare le corse del Caprilli a San Rossore con proprio personale e tenendo i profitti nelle sue casse».
Cosa è successo: Il settore è allo sbando, ed in più a fine Febbraio una tromba d'aria ha causato seri danni all’interno dell’impianto, sono state danneggiate dal vento le cabine dove si trovano le pompe dell’impianto di irrigazione e i quadri elettrici; box e tettoie. Sono state ribaltate dalla furia del vanto le gabbie di partenza con sedici stalli e alcuni pini. La cartellonistica lato stadio Picchi. Il tondino di riscaldamento è ridotto un pantano per mancanza di manutenzione ai canali di scolo. Gli impianti di illuminazione sono rimasti su tese e pali per cui dal 26 dicembre (data del’ultima corsa 2015) non sono stati smontati per le manutenzioni e hanno subito l’azione del vento al punto che alcune lampade sono state divelte dalla furia del vento sono disseminate sulla pista.
Riporta Monica Dolciotti su La Nazione: «Anche i vandali e gli intrusi hanno provocato danni al Caprilli» denuncia Fabrizio Ferramosca, titolare di una delle scuderie che hanno in affitto i box al Caprilli dove sono ospitati ancora una cinquantina di cavalli. «Qui di fatto la vigilanza non c’è e chiunque può entrare dal lato della sala scommesse dove c’è l’ingesso di viale Italia». E anche la notte il Caprilli è terra di nessuno nella struttura. Abbiamo fatto un sopralluogo e infatti ci siamo imbattuti nella cancellata divelta che dovrebbe bloccare l’accesso al sottopasso che conduce al prato centrale. Sono state forzate le finestre dei servizi igienici. È stato gettato a terra e distrutto uno dei monitor esterni a lato della sala scommesse. Alcuni ragazzi si sono introdotti nel Caprilli e hanno usato le gradinate della tribuna come circuito per lo skateboard".
Nulla è cambiato ad un mese di distanza, e la gestione non ha intenzione di rimettere le mani sull'impianto che, a questo punto, rischia seriamente di non vedere più le luci accese.
Intanto su La Nazione è uscito un nuovo articolo con la situazione aggiornata. Riportiamo per intero l'articolo con tutti i diritti a loro riservati:
Oggi si decide la sorte dell’Ippodromo Caprilli. Si riunisce alle 10 l’assemblea dei soci della Labronica Corse, società partecipata al 100% dal Comune che ha gestito l’impianto fino al subentro di Alfea (che gestisce anche l’ippodromo di Pisa), poi della Livorno Galoppo fino al 31 dicembre 2015. La Labronica Corse è in liquidazione dall’aprile 2011. Intanto dalla scadenza della concessione alla Livorno Galoppo, il Caprilli è di fatto senza gestore, senza manutenzione e abbandonato a se stesso. Lo hanno ribadito ieri Paolo De Santi a nome della Livorno Galoppo, Giuseppe Luongo della Cgil (rappresenta gli otto lavoratori del Caprilli ex Labronico Corse licenziati il 31 dicembre 2015 dalla Livorno Galoppo che le era succeduta). E i titolari delle scuderie che hanno all’Ippodromo ancora cinquanta cavalli. Stamani a presidiare il Caprilli ci saranno tutti in attesa dell’esito dell’assemblea dei soci. Paolo De Santi ha intanto denunciato che «l’Ippodromo è assolutamente vulnerabile perché non c’è sorveglianza. Lo dimostra il fatto che la domenica di Pasqua dei ragazzi, sotto gli occhi di quelli che si suppone fossero i loro genitori, hanno preso gli estintori e li hanno scaricati nel campo antistante l’ex self service».
Per non parlare del fatto che da settimane nell’impianto di via dei Pensieri «mancano elettricità per un guasto alla cabina elettrica ed acqua – ha aggiunto De Santi – e da oggi (ieri, ndr) Enel ha interrotto su richiesta di Livorno Galoppo la fornitura di elettricità». E la mancanza di elettricità «ha già messo in ginocchio la mia attività» ha sottolineato Marco Gavassi gestore del bar all’interno dell’Ippodromo. E rischia di «mettere in serie difficoltà – ha aggiunto Luongo della Cgil – anche i 15 dipendenti dell’agenzia di scommesse». A nome delle scuderie Valerio Picchi ha lanciato un’accusa alla società Alfea che avanza pretese sul Caprilli per aggiudicarsi la sua gestione a suon di ricorsi al Tar, oltretutto vinti. E ne ha un altro pendente di cui si attende l’esito entro aprile.
«Qual è il gioco di Alfea? – si domanda Picchi – Ha dalla sua parte già una sentenza del Tar che le dà ragione (anche se il Comune di Livorno proprietario del Caprilli non l’ha ancora ottemperata, di qui il nuovo ricorso di Alfea al Tar, ndr)». Alfea intanto «lavora dietro le quinte per prendersi una quota delle giornate di corse 2016, che Livorno ha ormai perso». Gli ha fatto eco De Santi lanciando un’accusa altrettanto pesante: «C’è chi si è già mosso per accaparrarsi le 26 giornate di corse che erano destinate nel 2016 al Caprilli. Sono interessati gli ippodromi di Pisa, Grosseto e Firenze». E «Alfea a nostro parere ha tutto l’interesse a fare a casa sua, cioè a Pisa, quello che potrebbe fare a Livorno e cioè disputare le corse del Caprilli a San Rossore con proprio personale e tenendo i profitti nelle sue casse».
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