Ospitiamo con piacere uno scritto di Mario Berardelli che, in onore ed in occasione dei 40 anni di carriera di Luca Cumani combaciati proprio con 2 vittorie recenti ad altissimi livelli, ripercorre la storia di un gentlemen vero, un allenatore senza spazio e senza tempo, il primo a ritagliarsi uno spazio, il giusto spazio, fuori dai confini dell'Inghilterra, la terra che come casa base più ne ha valorizzato le doti di uomo e professionista con i suoi innumerevoli successi sia come allenatore che come "formatore" di talenti quali Lanfranco Dettori ed Andrea Atzeni. Da Three Legs a Second Step, ecco i 40 anni da allenatore di Cumani, partito da Milano ma in estensione fino agli antipodi del mondo, alla ricerca delle corse..perfette! Buona lettura.
La storia di Luca Cumani è emblematica della grandezza della cultura del nostro turf. Una vicenda che si avvicina ai 50 anni dal momento che Luca ha iniziato come eccellente gentlemen più o meno 50 anni orsono. Le vittorie nelle King George e subito dopo nel gruppo uno tedesco sono, per ora, il momento conclusivo di una splendida stagione che ascriviamo con soddisfazione e orgoglio appunto alla cultura del nostro turf.
Luca ha potuto fare tesoro mirabile di due tipi di insegnamento diametralmente opposti come forse è successo a tanti di noi coetanei di quegli anni: abbiamo avuto la fortuna di poter assimilare da personaggi diversi, alcuni mirabili apollinei, altri splendidi mercuriani. Personalmente ricordiamo la fortuna di aver potuto dialogare con mercuriani ante litteram come Enrico Arcari oppure Giulio Bassignana, allo stesso modo abbiamo frequentato le scuderie di una Maestro anti mercuriano quale fu Ubaldo Pandolfi. Luca Cumani oltre a formarsi in quel meraviglioso concentrato di alta cultura ippica che era Milano e non solo San Siro in quegli anni 60 e poi inizio 70, ha avuto nello specifico la chance di potersi specchiare in Elena, la madre, che è stata eccezionale amazzone, e in Sergio, il padre, che è stato il primo grandissimo allenatore moderno del turf italiano, il vero grande mercuriano che ha cambiato la figura del trainer.
Aperto al mondo ed ai suoi cambiamenti. La sua scomparsa prematura ha privato il turf italiano di un motore straordinario. Del resto non è un caso se un formidabile proprietario come Carlo D’Alessio, il mercuriano doc, lo scelse tutto per se, non è un caso se il primo cavallo moderno del periodo, Gay Lussac, sia stato allenato da lui. Sergio Cumani vedeva lontano al punto da sostenere e spingere D’Alessio nella avventura verso la conquista del mondo, al punto da soccorrere Luca nella sua stessa ansia che si manifestò nel suo migrare verso l’Inghilterra, la patria del turf. Qui accade la metamorfosi, da un maestro mercuriano Luca passa ad uno che è stato l’espressione più alta e nobile della concezione apollinea del turf, Henry Cecil che quando accetta Luca come assistente ha solo 30 anni ma esce dalla scuola immensa di un altro apollineo per eccellenza, Noel Murless. La sintesi di tutti questi insegnamenti ha fatto di Luca Cumani, maestro di Bedford House, tanto un perfetto custode della tradizione e della supremazia del turf inglese nel mondo cosi come il più incredibile mercuriano tra i trainer almeno europei. Se vogliamo nella più nobile tradizione dell’uomo inglese elisabettiano, custode dei riti ma anche navigatore e conquistatore. Henry Cecil immaginava posti di blocco feroci oltre la High Street di Newmarket, scrutava sempre la nebbia che isolava i continenti mentre Luca, suo allievo, è diventato il trainer cittadino del mondo, in ciò forse il più moderno anticipatore di tutti. Luca ha avuto ed ha contatti in ogni parte del globo ippico, parte, programma e si sposta ovunque ci sia da vincere e valorizzare. Nello stesso tempo sogna il Royal Ascot, le classiche, che ha vinto, ma da al suo respiro ippico una dimensione cosmica. Vince due volte Epsom con Kahiasy e High Rise, fa suo il St Leger con Commanche Run, sfiora Ghinee e Oaks ma per lui la manica è un torrente che si salta con un balzo. Va bene la King George di Postponed e il G1 in Germania con Second Step, ma nessuno come lui ha girato il mondo, è stato il primo europeo a concepire la Melbourne Cup, secondo con Purple Moon e poi spesso piazzato. Ha vinto adesso anche gruppo uno tedesco, un alloro che arriva dopo quelli irlandesi e francesi , ricordiamo a mente il Moulin di Starcraft esempio del suo vivere mercuriano, vince con Presvis in Dubai, con Alkaseed in Giappone, con Endless Hall a Singapore, con Tolomeo e non solo in nord America, sbarca a Hong Kong ovviamente trionfa sulle piste, insomma gli manca solo il sud America o il sud Africa che manca a tutti per un motivo lampante per un mercuriano, non c’è lucro valorizzante.
Luca ha debuttato centrando il suo primo traguardo al primo colpo non in una comoda reclamare ma nelle Duke of York st dopo i due anni trascorsi presso Henry Cecil. Il cavallo si chiamava Three Legs, italiano di casa Boffa, ci sembra. Anche questo un segno importante. Da Three Legs alle King George, quaranta anni di successi a tutto campo compreso l’allevamento e soprattutto la creazione di tanti colleghi che da lui si sono formati e di tanti jockey, su tutti Lanfranco ovviamente ed ora Andrea Atzeni, che dalle sue scuderie hanno spiccato il volo. In noi l’orgoglio di questa soddisfazione oltre che per amicizia proprio come ippici italiani ed è maggiore il dolore se paragonato alle vicende italiane in un momento come questo in cui ogni dimensione colta sta per essere definitivamente abbandonata e ci si avvia verso il nulla intellettuale, verso il deserto istituzionale, senza alcuna speranza per il futuro, presi solo fa problemi che nulla hanno a che fare con un vero progetto per il settore.
Mario Berardelli
Io lo ricordo ancora nelle sue sfide come Gentleman Rider con Roberto Bottanelli. quanti anni.....
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