Forse una buona notizia per l'ippica, o forse no! Abbiamo atteso qualche ora prima di trarre qualche conclusione più "reale" ed in linea con quello che accade nel nostro paese. Ieri è stato comunicato che il Tar del Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale) ha accolto il ricorso delle Associazioni ippiche e di alcuni Ippodromi, contro la riduzione delle giornate di corse. Decisione adottata dal Ministero delle Finanze e dell’Agricoltura in seguito alla diffusione del decreto del 31 gennaio 2013, il cosiddetto "decreto zozzeria" che di fatto spalmava i crediti degli operatori ippici (quelli del 2012) in 3 anni e tendeva a ridurre drasticamente il numero delle corse per far fronte ad un debito mai sostenuto dall'ippica, ma frutto di un buco creato appositamente dall'allora Ministro Saverio Romano che ha...omesso circa 100 milioni destinandoli ad altri settori del Ministero. Cosa accadrà ora? Il Montepremi tornerà ad avere circa 35 milioni "cassati" dal Decreto? Può essere, ottimisticamente è così anche per un discorso di giustizia sostanziale, ma formalmente può accadere anche il contrario e cioè che venga ribaltato l'esito, essendo la sentenza appellabile al Consiglio di Stato e dunque..suscettibile di capovolgimento. Vedremo cosa accadrà, sinceramente non ci aspettiamo nulla dal punto di vista economico, ma comunque speriamo... intanto ecco il comunicato diffuso ieri da Agipronews e di cui vi diamo conto: "Dovrà essere riformulato dal Mipaaf il decreto del 31 gennaio 2013 (sul trasferimento delle funzioni e delle risorse ex Assi) che imponeva una drastica riduzione del numero delle corse nell’arco di tre anni e il dilazionamento dei crediti vantati dagli operatori del settore relativamente ai premi del 2012. E' quanto ha stabilito il Tar Lazio nella sentenza che accoglie il ricorso presentato dalle categorie ippiche. "Il piano di rientro e il provvedimento impugnato che ne dispone l'approvazione sono illegittimi per difetto di motivazione", si legge nella sentenza della sezione seconda ter. Secondo i giudici, il decreto "ha disposto tagli lineari delle spese senza ricorrere ad analisi di tipo qualitativo". Il piano del Ministero poneva in stretta correlazione la riduzione del numero di giornate e il risparmio di spesa, ma secondo il collegio la previsione non ha tenuto conto dei minori proventi delle scommesse che invece dovevano essere considerati per verificare l'effettiva convenienza del taglio. Una valutazione qualitativa, invece, avrebbe portato "ad un taglio analitico delle giornate di corsa 'improduttive'" per arrivare "alla limitazione delle giornate di corsa nei termini dell'ottimale rapporto tra la massima diminuzione possibile della spesa e il miglior rendimento dell'erogazione del servizio". Per questo il difetto di motivazione non è solo formale, ma anche sostanziale, poiché è "il risultato di un'operazione meramente aritmetica basata non sulla qualità del servizio ma sulla sola suddivisione di risorse disponibili 'a pioggia'".Il decreto dovrà dunque essere rivisto, "assicurando il confronto partecipativo con le parti ricorrenti". Non è stata invece accolta la domanda di risarcimento delle categoria: per i giudici l'annullamento degli atti impugnati soddisfa le pretese delle parti.
fonte: AgiproNews.
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta qui