Galoppo italiano in crisi, anche per i fantini che avevano lo sfogo ad Oriente con il nostro sole destinato a tramontare mentre in altri luoghi sorge. Da qualche settimana infatti siamo stati praticamente bocciati anche dalla Japan Racing Association, in anticipo rispetto a quello che potrà avvenire nel corso dell'autunno con il Comitato Pattern pronto a sbattere fuori dalla porta e dal circuito corse di Gruppo l'Italia se non si metteranno in regola con questi benedetti soldi del 2012. A proposito, a conferma dell'incapacità, inettitudine e ignoranza di chi gestisce l'ippica, nei giorni scorsi una delegazione di allenatori del galoppo con Gianluca Bietolini referente, ha parlato di come qualcuno del Ministero non abbia idea della gravità del momento sulla questione importantissima dei premi da pagare all'estero. Ed in fondo si tratta di nemmeno 1 milione di euro..... Alla domanda su come intenderanno procedere, per l'importanza e di ciò che ne deriva e dunque senza ricevere risposta plausibile, il nostro Gianluca si è sentito domandare a sua volta da un solerte incaricato se, udite udite, veramente e quanto sono importanti per l'Italia gli status di Gruppo e rimanere nel galoppo internazionale. Una presa di posizione grottesca da parte di gente che ancora non ha capito bene a quale tipo di problema andiamo incontro. Allucinante.
Ma non vogliamo sviare e torniamo al Giappone. Si è creato un problema mai nato prima che va di pari passo con le nostre corse Pattern ed i Giapponesi, di fatto, come detto, ci hanno retrocesso: La Japan Racing Association ha infatti deciso di modificare le regole per la concessione delle licenze agli stranieri a partire dal 2015. Non basterà più aver vinto un G1 italiano o essere nei primi 5 in Classifica nazionale, ma da ora verrà richiesta una vittoria in un gruppo 1 internazionale nell’anno precedente. Significa che a parte quelli che sono fuori dai nostri confini (vedi Umberto Rispoli e Cristian Demuro), i quali in teoria avrebbero dunque maggiori possibilità di vincerlo, quelli italiani sono praticamente out. Una bomba destinata ad esplodere anche nelle sale fantini italiane. Basti pensare che Mirco Demuro vorrebbe addirittura andarci in modo permanente, Dario Vargiu ci sarebbe andata ma questa possibilità sembra sfumare mentre l'ulimo dei mohicani Mario Esposito è partito nei giorni scorsi per prendere parte ad un trimestre concesso dalle autorità nipponiche per quanto fatto lo scorso anno. Dal 2015, sarà tutto diverso...
nel cortile di casa non cresce più l'erba....
RispondiEliminaVergogna,vergogna,vergogna,vergogna...politici indegni,vergognosi non ho parole..
RispondiEliminaIo questo "solerte incaricato", che ha dimostrato di avere la testa solo per spartire le orecchie, lo manderei a spalare cacca di cavallo per almeno un annetto così può darsi che capisca il danno che quelli come lui stanno facendo all'ippica italiana.
RispondiEliminafarò del populismo: certa gente per lavoro dovrebbe zappare la terra. Invece governano.
RispondiEliminaIl problema non è solo l'inetta e parolaia classe politica che abbiamo ma anche, purtroppo, l'apparato burocratico ministeriale, dove la dirigenza spesso e volentieri viene scelta non per professionalità ma per meriti politici e collocata in posti di cui non conosce affatto le relative problematiche, preoccupata soltanto della carriera e non certamente di fare gli interessi della nostra ippica.
RispondiEliminascusatemi ma perché vi meravigliate?questo o questa funzionaria probabilmente non ha la minima idea di cosa sia una corsa di cavalli,un cavallo, il settore.e allora?che c'è di scandaloso.il dicastero,diciamo cosi,competente per l'ippica è il ministero delle politiche agricole e forsestali.forse uno solo degli ultimi 20 ministri nominati aveva la minima idea..l'ultimo va bene troppo facile..nunzia de Girolamo quella con il marito pd..
RispondiEliminarotsh