È già passato un anno, 365 giorni senza il Maestro. L'11 Giugno del 2013 è venuto a mancare quello che è stato definito "Master of a genius", un allenatore vero, che ha trasmesso passione, che con la sua storia fatta di umanità ha costruito una mirabile carriera. Ad un anno di distanza, pubblichiamo il ricordo a cura di Mario Berardelli, a qualche giorno dall'inizio dal Royal Meeting di Ascot, luogo che ha saputo conoscere ben 75 vittorie del Maestro. Qualche giorno fa l'ovazione ad Epsom sulle immagini suggestive delle Oaks in sua memoria vinte da Light Shift, il momento della rinascita dopo tanti tormenti. Buona lettura, buon ricordo. A tal proposito in questa giornata particolare invitiamo i lettori di Mondoturf ad esprimere il proprio personale ricordo del Maestro nei commenti qui sotto. In particolare, quello che più l'ha colpito, influenzato della figura di Sir Henry Cecil.
Un anno senza il Maestro. Certo il mondo del turf va avanti, è sempre stato cosi. I grandissimi dell’ippica hanno per fortuna seminato, indicato le strade da percorrere e il turf ogni volta è riuscito a riproporsi, proprio anche nel loro nome. Henry Cecil è stato un grandissimo a tutto tondo. E’ stato forse l’ultimo mirabile Maestro ed esponente di un turf che noi abbiamo avuto la fortuna di vivere e ciò ci è di meraviglioso conforto in tempi non solo cosi bui ma proprio cosi aridi e privati di respiro e ansia culturale che dovrebbe essere la indispensabile linfa per esistere. Eppure non molliamo e continuiamo a sperare che anche l’ippica italiana riesca a ritrovare le giuste coordinate. Sir Henry è stato il grande allenatore inglese per eccellenza della seconda metà del secolo che ci appartiene ma è stato capace di lasciare la sua ultima impronta, meglio creazione proprio come lascito ineguagliabile al turf moderno che sta vivendo la sua nuova avventura. Frankel, il capolavoro, il cavallo moderno degli anni 2000. E’ stato emblematico che sia stato lui a plasmarlo, a disegnarne il perfetto percorso moderno, questo il vero meraviglioso insegnamento del Maestro, lui cosi classico in apparenza e nella sostanza ma modernissimo e al passo con i tempi. Ci ha lasciato il cavallo perfetto per eccellenza del terzo millennio ed alla fine di un percorso straordinario che lo ha visto stupendo protagonista, punto di riferimento mirabile. Cecil è il miglior monumento al turf. Ci manca anche se, come detto, il turf va avanti ed è bene che sia cosi.
Tuttavia e non per sola nostalgia dovremmo sempre fare tesoro dei suoi insegnamenti, meglio ancora del suo esempio. Ciascuno di noi appassionati ha il suo ricordo non necessariamente legato a valori assoluti, la storia di ognuno di noi si è incrociata almeno una volta con quella del Maestro. Per noi è indelebile la vittoria di Wollow a York contro il temuto Trepan. Non è un fatto soltanto tecnico, forse bel altra grandezza hanno avuto altri suoi trionfi, è proprio il ricordo gioioso, partecipe, il contesto, la vicenda ed il suo contorno. Come sempre in quei tempo eravamo alloggiati al Post House e vivemmo la corsa come una liberazione prima della gioia anche serale tutti insieme a cena con Gianfranco Dettori, Carlo D’Alessio, Guido Berardelli, Piero Golisano e diversi altri amici cari. Un ricordo di una ippica anche italiana felice e a regalarcelo fu ancora una volta il Maestro che da pochi anni muoveva i suoi passi e che forse soltanto dall’anno precedente era giunto alla consacrazione ed è significativo che la debba ad un proprietario italiano, cosmico per dimensione e apertura mentale, Carlo D’Alessio che gli permise il doppio a seguire nelle 2000 le uniche prima di quelle di Frankel. Otto Oaks, quattro derby, quattro St Leger, sei mille ghinee. A che servono i numeri quando sappiamo tutti della dimensione assoluta che Henry Cecil ha avuto nel turf mondiale di ogni tempo? A nulla, chi ha amato sir Henry non ha certo bisogno di sentirsi ricordate le 75 vittorie al Royal Ascot con 5 Gold Cup, le 400 pattern vinte nel mondo. Tutto è iniziato nel 69 quando dopo quattro anni di assistentato alla corte di Sir Cecil Boyd Rochfort prese la licenza di allenatore e subito vinse con Wolver Hollow le Eclipse. Poi nella mente scorrono i nomi , lentamente per gustarli di più, dei vari Slip Anchor, Reference Point, Commander in Chief, Oath, One in a Million, Oh So Sharp, Fairy Footstep, Bosra Sham, Sleepytime, Wince, Bolkonsky, Wollow, Diminuendo, Old Vic, Belmez, King’s Teathre, Indian Skimmer e da ultimo la sua presenza italiana che nel nostro ricordo affonda radici lontane quando con il grigio Irvine venne insieme all’amico Lester a vincere il Roma, allora sui 2800, sconfiggendo la generosa difesa di Fernet ed a noi giovani sembrò una profanazione. Grazie e per sempre meraviglioso indimenticabile Maestro, se amiamo ancora l’ippica e il suo mondo lo dobbiamo anche a Te.
Mario Berardelli
Un anno senza il Maestro. Certo il mondo del turf va avanti, è sempre stato cosi. I grandissimi dell’ippica hanno per fortuna seminato, indicato le strade da percorrere e il turf ogni volta è riuscito a riproporsi, proprio anche nel loro nome. Henry Cecil è stato un grandissimo a tutto tondo. E’ stato forse l’ultimo mirabile Maestro ed esponente di un turf che noi abbiamo avuto la fortuna di vivere e ciò ci è di meraviglioso conforto in tempi non solo cosi bui ma proprio cosi aridi e privati di respiro e ansia culturale che dovrebbe essere la indispensabile linfa per esistere. Eppure non molliamo e continuiamo a sperare che anche l’ippica italiana riesca a ritrovare le giuste coordinate. Sir Henry è stato il grande allenatore inglese per eccellenza della seconda metà del secolo che ci appartiene ma è stato capace di lasciare la sua ultima impronta, meglio creazione proprio come lascito ineguagliabile al turf moderno che sta vivendo la sua nuova avventura. Frankel, il capolavoro, il cavallo moderno degli anni 2000. E’ stato emblematico che sia stato lui a plasmarlo, a disegnarne il perfetto percorso moderno, questo il vero meraviglioso insegnamento del Maestro, lui cosi classico in apparenza e nella sostanza ma modernissimo e al passo con i tempi. Ci ha lasciato il cavallo perfetto per eccellenza del terzo millennio ed alla fine di un percorso straordinario che lo ha visto stupendo protagonista, punto di riferimento mirabile. Cecil è il miglior monumento al turf. Ci manca anche se, come detto, il turf va avanti ed è bene che sia cosi.
Tuttavia e non per sola nostalgia dovremmo sempre fare tesoro dei suoi insegnamenti, meglio ancora del suo esempio. Ciascuno di noi appassionati ha il suo ricordo non necessariamente legato a valori assoluti, la storia di ognuno di noi si è incrociata almeno una volta con quella del Maestro. Per noi è indelebile la vittoria di Wollow a York contro il temuto Trepan. Non è un fatto soltanto tecnico, forse bel altra grandezza hanno avuto altri suoi trionfi, è proprio il ricordo gioioso, partecipe, il contesto, la vicenda ed il suo contorno. Come sempre in quei tempo eravamo alloggiati al Post House e vivemmo la corsa come una liberazione prima della gioia anche serale tutti insieme a cena con Gianfranco Dettori, Carlo D’Alessio, Guido Berardelli, Piero Golisano e diversi altri amici cari. Un ricordo di una ippica anche italiana felice e a regalarcelo fu ancora una volta il Maestro che da pochi anni muoveva i suoi passi e che forse soltanto dall’anno precedente era giunto alla consacrazione ed è significativo che la debba ad un proprietario italiano, cosmico per dimensione e apertura mentale, Carlo D’Alessio che gli permise il doppio a seguire nelle 2000 le uniche prima di quelle di Frankel. Otto Oaks, quattro derby, quattro St Leger, sei mille ghinee. A che servono i numeri quando sappiamo tutti della dimensione assoluta che Henry Cecil ha avuto nel turf mondiale di ogni tempo? A nulla, chi ha amato sir Henry non ha certo bisogno di sentirsi ricordate le 75 vittorie al Royal Ascot con 5 Gold Cup, le 400 pattern vinte nel mondo. Tutto è iniziato nel 69 quando dopo quattro anni di assistentato alla corte di Sir Cecil Boyd Rochfort prese la licenza di allenatore e subito vinse con Wolver Hollow le Eclipse. Poi nella mente scorrono i nomi , lentamente per gustarli di più, dei vari Slip Anchor, Reference Point, Commander in Chief, Oath, One in a Million, Oh So Sharp, Fairy Footstep, Bosra Sham, Sleepytime, Wince, Bolkonsky, Wollow, Diminuendo, Old Vic, Belmez, King’s Teathre, Indian Skimmer e da ultimo la sua presenza italiana che nel nostro ricordo affonda radici lontane quando con il grigio Irvine venne insieme all’amico Lester a vincere il Roma, allora sui 2800, sconfiggendo la generosa difesa di Fernet ed a noi giovani sembrò una profanazione. Grazie e per sempre meraviglioso indimenticabile Maestro, se amiamo ancora l’ippica e il suo mondo lo dobbiamo anche a Te.
Mario Berardelli
non è per fare polemica inutile, ma le cose vanno dette.secondo me Berardelli se non commenta e analizza corse è godibile..come lettura e anche a voce..però però..lui cosi classico,il maestro,il vero turf ecc ecc e poi è stato uno di quelli che hanno applaudito il derby a 2200!! certo nella situazione attuale,l'ippica italiana è praticamente finita,una goccia nel mare ma cmq una presa di posizione che fa a cazzotti con cecil e tutto il resto.poi cecil odiava le corse in hp e aveva una bassa considerazione di g.dettori, ma questi sono altri discorsi.grazie x aver postato l'articolo,cmq interessante e che non avrei potuto leggere non comprando il giornale.
RispondiEliminaciao
rotsh
Sono stato ad Epsom purtroppo una sola volta ma proprio nel 2007, l'anno del ritorno di Cecil alle corse che contano. La vittoria di Light Shift oscurò tutto il resto, impressionante come tutto il pubblico applaudiva ed era interessato solo a Henry Cecil, al suo ritorno. Di solito le premiazioni, anche dopo le corse più importanti, non sono mai seguite da molta gente. Chi va al tondino per la prossima corsa, chi segue le quote, chi va al bar (ad Epsom poi è pieno di luoghi "alternativi"). Dopo le Oaks tutto l'ippodromo era intorno al tondino della premiazione per vedere e applaudire Sir Henry Cecil...
RispondiEliminaIo ho imparato a conoscere le corse straniere grazie al Maestro.
RispondiEliminaA quel tempo non avevamo gli strumenti informatici attuali e nemmeno i soldi per poter andare in Inghilterra (internet e i voli low-cost non li avevano ancora inventati), la nostra informazione ippica era aggrappati ai resoconti molto romanzati della stampa dell'epoca.
E da quei racconti due nomi mi sono rimasti scolpiti:
INDIAN SKIMMER, la piu' forte femmina allenata da Cecil, capace di battere Miesque nel Diane, poi Champion inglesi e irlandesi...
REFERENCE POINT capofila a 2 anni (vinse quello che oggi è il Racing Post Throphy), poi Derby e St. Leger, ultimo cavallo, se non sbaglio, a collezionare questo doppio.
Poi hanno inventato i computer e pure gli aerei che costano poco e da allora in Uk ci vado spesso a vedere le corse.
Due i ricordi piu' belli e struggenti del Maestro , io presente.
Il primo ...ha gia' scritto tutto Andrea qua sopra. A Epsom ci sono stato diverse volte, mai ho visto tanta partecipazione e commozione.
Il secondo... beh evidente, il Frankel delle Champions 2012. Su in alto sulla tribuna di Ascot per l'ultima volta del fuoriclasse, purtroppo ben sapendo che sarebbe stata anche l'ultima volta che avrei visto il Maestro.
Rp