La bomba sta per esplodere. La BHA (British Horseracing Authority) sta prendendo in mano le redini della situazione europea ed ha ufficialmente intrapreso una azione punitiva nei confronti del sistema ippico italiano in merito alla situazione dei (non) pagamenti dei premi in Italia ed ha dato mandato a Weatherbys di non accettare iscrizioni di cavalli italiani nelle corse inglesi se non prima garantiti da un pagamento anticipato o comunque in seguito ad una commissione. Questo come azione immediata, mentre nel lungo termine è stata invocata una azione sempre da parte della BHA che attraverso il Comitato Pattern (the European Pattern Race Committee) ha chiesto di escludere ufficialmente l'Italia dal sistema delle Pattern a partire dal 2015. Se ciò venisse approvato, da Gennaio, cioè dalla prossima riunione prevista dal Comitato, l'Italia potrebbe definitamente perdere lo status di Pattern di tutte le corse nell'arco dell'anno. Ad occuparsi della questione è Ruth Quinn, Director of Racing della BHA che ha affermato..................Clicca sul tastino qui sotto per continuare a leggere l'approfondimento
: "Non vogliamo escludere a priori gli italiani ma vogliamo agire per garantire che le leggi in merito al pagamento dei premi siano rispettate. Vogliamo dare un messaggio forte ad una situazione imbarazzante e frustrante per l'Italia". Questo in effetti sembra un avvertimento ma tutto potrebbe diventare realtà a breve. L'impulso è stato dato da Richard Hannon Senior in primis che non ha ancora ricevuto il primo premio del Gran Criterium G1 del 2012 vinto ed in generale tutti quelli che non hanno ancora ricevuto premi di Settembre 2012. A dare un maggiore impulso è stato anche il Direktorium, l'autorità per le corse in Germania che ha prodotto un diluvio di inchiostro prendendo spunto dalla situazione per parlare male degli italiani...in questo caso, come dargli torto? L'articolo oggetto della questione ha rivelato che dopo i tentativi intensivi per contattare i loro omologhi in Italia (chi?), il Direktorium ha finalmente ricevuto una risposta affermando che entro la fine di quest'anno tutti i montepremi vinto in Italia nel 2013 fino alla fine di ottobre sarebbe stato pagato per intero e che in via eccezionale il montepremi da fine 2012 sarebbe stato pagato entro e non oltre la fine di febbraio 2014. Concludendo, i soldi gli sono stati promessi entro la fine dell'anno (fonte articolo: Owner & Breeder).
: "Non vogliamo escludere a priori gli italiani ma vogliamo agire per garantire che le leggi in merito al pagamento dei premi siano rispettate. Vogliamo dare un messaggio forte ad una situazione imbarazzante e frustrante per l'Italia". Questo in effetti sembra un avvertimento ma tutto potrebbe diventare realtà a breve. L'impulso è stato dato da Richard Hannon Senior in primis che non ha ancora ricevuto il primo premio del Gran Criterium G1 del 2012 vinto ed in generale tutti quelli che non hanno ancora ricevuto premi di Settembre 2012. A dare un maggiore impulso è stato anche il Direktorium, l'autorità per le corse in Germania che ha prodotto un diluvio di inchiostro prendendo spunto dalla situazione per parlare male degli italiani...in questo caso, come dargli torto? L'articolo oggetto della questione ha rivelato che dopo i tentativi intensivi per contattare i loro omologhi in Italia (chi?), il Direktorium ha finalmente ricevuto una risposta affermando che entro la fine di quest'anno tutti i montepremi vinto in Italia nel 2013 fino alla fine di ottobre sarebbe stato pagato per intero e che in via eccezionale il montepremi da fine 2012 sarebbe stato pagato entro e non oltre la fine di febbraio 2014. Concludendo, i soldi gli sono stati promessi entro la fine dell'anno (fonte articolo: Owner & Breeder).
I premi vanno pagati certo, ma (e premettiamo insistentemente che non vogliamo giustificare l'Italia ma entrare nel nocciolo del problema) sottolineiamo che questa notizia rischia di passare per allarmismo eccessivo. Si tratta di l cifre non astronomiche rispetto al sistema, da distribuire a proprietari che ne hanno diritto..La situazione dunque va analizzata con le pinze e non è semplice affatto considerando che le isole britanniche percepiscono molti proventi dal sistema indotto Italia in fatto di pensioni per yearlings, fattrici, monte per gli stalloni ed acquisto di cavalli all'estero. Calma, dunque. Ad ampio respiro, è la stessa motivazione per la quale si cerca di salvare la Grecia dal sistema economico Europeo che deve funzionare grazie a tutti gli "organi" che funzionano. Certo, senza milza e senza un rene si può comunque sopravvivere, ma se si dovesse riuscire a dare un segnale forte al nostro movimento ed in particolare alla istituzione che in teoria (molta teoria) gestisce l'ippica italiana, questo può essere il momento giusto.
Le isole britanniche (in particolare l'Irlanda, senza parlare di alcuni status di corse di Gruppo....), ribadendo un concetto dibattuto da Franco Raimondi, hanno sempre avidamente ricevuto almeno 5 milioni di Euro (almeno, senza considerare il nero che c'è) dall'Italia. Ed anche i tedeschi stessi hanno bisogno dell'Italia in qualche modo, altrimenti non verrebbero a cercare neretti che altrove non prenderebbero con i loro cavalli che, ad alto livello sono si buoni, ma molti anche no ed hanno corse a volte peggiori delle nostre. In più, a differenza di molti altri paesi utili al sistema Europa, hanno prodotto sempre poco in termini economici (i tedeschi sono tirchi in fatto di scommesse) ed il Direktorium stesso è in compartecipazione con il tanto demonizzato Racebets (fonte QUI) sul quale si può scommettere anche in Italia senza che nessuno paghi un cents per i diritti. Quindi, il più pulito ha la rogna e tutti sappiamo della attuale (prima no) residenza a Malta del sito stesso come patria dell'off shore (ma qui noi non vogliamo comunque discutere l'utilità di siti, vedi anche Betfair, sui quali in modo ipocrita molti si esprimono pur avendo dei conti gioco). Non è solo l'Inghilterra colpita da questa situazione, la stampa Ceca ha parlato anche di un Josef "Pepe" Vana vicino al fallimento a causa del mancato denaro erogato nelle sue casse per le corse vinte a Merano nel 2012 e sinceramente, ci crediamo poco.
La situazione è paradossale e ci vuole pazienza, sperando che questo impulso necessario sia veramente la leva per muovere le acque. Ribadiamo che il problema è molto più interno e più ampio alla superficiale lettura di molti gufi che hanno preso spunto per deridere l'ippica: l'Italia italiota ippica è gestita da un sistema burocrate che ha fatto dell'ippica un ministero ingessato nel rispondere alle più piccole esigenze e a risolvere anche il più piccolo dei contrattempi fino ad arrivare alla riforma delle scommesse, alla trasparenza, alla promozione etc. Basti pensare al servizio andato in onda nei giorni scorsi su Striscia la Notizia: se ci fosse stato un ufficio stampa la risposta sarebbe stata immediata. Pensate che nessuno si sia accorto della questione a parte i privati che hanno mandato lettere di protesta? In questo clima di indifferenza però, cosa c'entrano gli ippici che lavorano? Ben poco, crediamo. Gli allenatori allenano dalla mattina alla sera, gli allevatori allevano idem, i proprietari fanno i proprietari i fantini montano e gli scommettitori (fondamentali nel sistema) scommettono. Tutti in modo discutibile, a seconda dei gusti certo. Ma non possono essere manager (con le palle!) di se stessi e del sistema intero, molti non ne hanno ne la possibilità ne la capacità di esserlo. Ce l'abbiamo con tutti, ma le colpe vanno ben distribuite. Quello che vogliamo dire è: Se Ruth Quinn manda una lettera all'Assi (o Unire, o Ministero) sostenendo la causa chi è in grado di rispondere? Chi verrà mandato a parlare con il Comitato Pattern? Chi indicherà in Franco Castelfranchi (quello che al momento ha più esperienza in merito) di sostenere un contraddittorio contro i paesi esteri che additeranno l'Italia? La domanda resta senza risposte.
Questa è una situazione, o meglio uno stagno, nel quale però sguazzano le più piccoli mediocri teste con cervelli malpensanti che si arrogano il diritto di passare per salvatori della patria. Il problema non sono gli ippici (o almeno, in parte) ma è chi gestisce l'ippica, completamente disinteressata. L'ippica è gestita come la politica ed è lo specchio di una società triste, derisa dal mondo. L'ippica così com'è, lo ribadiamo per non passare per imbonitori, la ODIAMO, non la sopportiamo affatto ma la viviamo quotidianamente con passione (fino ad esaurimento) e la speranza (generazionale) che qualcosa possa cambiare. Le alternative ora sono due: continuare a vivacchiare con i mediocri a tenere banco, con le corse così come vengono, con la situazione delle scommesse incredibilmente castrante, con l'allevamento, prima fiore all'occhiello (con dovuti distinguo, chiaro) ed ora ucciso, massacrato, con la comunicazione inesistente, con i commissari ciechi come talpe, con l'antidoping discutibilmente controllato etc... oppure, scelta 2, sperare nell'istituzionalizzazione tecnica del settore, con l'imprenditorialità (in termini di scommesse, razionalizzazione dei programmi etc) da parte di qualcuno come unica vera ancora di salvezza. Noi facciamo il tifo per questa seconda scelta. Certo, c'è sempre chi non è d'accordo e chi grida allo scandalo e agli interessi. Meglio però interessi ben curati da imprenditori e manager onesti che lo fanno di mestiere che disinteresse mal curato da parte di mestieranti o di chi, in questo momento stagnante, per esempio, ci naviga bellamente facendo proclama su social network.
Concludendo, speriamo che tutto questo casino mosso sia utile a far reset al mondo ippica italiano e allo stesso tempo da leva per migliorare le cose. Attendiamo commenti e punti di vista.
Analisi totalmente condivisibile, le speranze un po' meno in quanto siamo un paese che scoraggia, per i noti problemi legati a che indegnamente ci rappresenta, ad una burocrazia inetta e, spesso, corrotta, ad un apparato ancestrale che privilegia i furbetti e i venditori di fumo, qualsiasi seria iniziativa imprenditoriale.
RispondiEliminaBuongiorno,Sig.Candi .Mi chiamo Enrico Barbieri sono nato come allevatore di cavalli da corsa e ho anche fatto correre cavalli con i miei colori.Capisco tutto quello che mi si spiega, però tante cose sono questioni di principio e serietà.Lei veramente pensa che uomini di cavalli da generazioni fanno correre cavalli solo per un semplice piacere di apparire? La situazione spero la abbia bene chiara, chi causa del suo male pianga se stesso. Con questo mi fermo perché ci sarebbe da discutere per giorni e mi devo occupare purtroppo del mio allevamento in rimessa da diversi anni e che non vale più niente proprio per il pil prodotto da italiani con allevamenti dislocati all'estero importando la produzione solo per il premio all'allevatore e varie provvidenze. Condivido la parte finale dell'articolo ma siamo italiani.Non mi fraintenda perché nella mia famigli ci sono croci di guerra e medaglie d'oro al valor militare.Grazie e buona fortuna.
RispondiEliminaLa ringrazio per l'augurio, non mi aspetto di avere ragione non è questo il mio intento. Non ho capito quando mi dice "Lei veramente pensa che uomini di cavalli da generazioni fanno correre cavalli solo per un semplice piacere di apparire?". No, lo fanno perchè in teoria ci sono delle professionalità che vengono finalizzate al guadagno ed all'entertainment di chi guarda anche. Comunque, vorrei fosse chiaro un punto: Nello scritto cerco di analizzare una questione di notevole peso. Come è stato possibile che l'ippica italiana dai fasti gloriosi sia finita in questa situazione? Colpa degli ippici, ci mancherebbe non mi permetterei mai di difendere l'indifendibile, e dunque condanno le famose provvidenze a pioggia per quanto riguarda l'allevamento e tutte situazioni sempre di questo settore poco chiare etc. Per questo serve un reset, un default. Se ne parla da 5 anni, ma alla fine si vivacchia sempre. Ecco, non riesco a capire come... allora evidentemetne qualcosa muove questo mondo, le lobby dei giochi qualche guadagno ce l'hanno (non parlo di profitti) ma nonostante ciò il gioco che sembra rompersi sempre da un momento all'altro invece si sopravvive.. è chiaro che non basta più una esistenza del genere. a presto
RispondiEliminaCarissimo Gabriele , sono Enrico Barbieri quello che non ha capito , ma credo che lo sappia, è il fatto che con il mercato in italia del cavallo da corsa dove scuderie da anni disprezzano il prodotto made in italy ( ITY) tanti figure professionali che vivono di ippica e trovandosi con guadagni risicati ,perdite per gli investimenti fatti,in più mancati pagamenti di premi ed ecc. la situazione non è più sostenibile neanche dalle fonti di credito che vi hanno sempre creduto , è questo come lei credo sappia che ti può portare anche al fallimento o chiusura della tua attività portata avanti sempre con dignità. Grazie per aver risposto .
RispondiEliminaI panni sporchi si lavano in casa. Gli italiani puoi pagarli a babbo morto a noccioline. Gli stranieri li paghi a 30 massimo 60 giorni. Questo perchè se usciamo dall'elite internazionale siamo morti.
RispondiEliminaPienamente d'accordo...
RispondiEliminaanalisi perfetta, condivido in pieno!
RispondiEliminaale
Era ora!
RispondiEliminaper quanto vale condivido al 100% il tuo articolo,quello poi su chi parla male di bf avendoci il conto..i famosi duri e puri..
RispondiEliminarosth