Il caso è chiuso! Ma non del tutto. E' destinata a far parlare ancora di se infatti la questione che riguarda l'inseminazione artificiale nel purosangue nel mondo. Ha cominciato nel 2011 Bruch McHugh in Australia, ne ha parlato qualche tempo fa Frank Mitchell nella sua rubrica Bloodstock in the Bluegrass, lo ha in seguito riportato Ray Paulick sul suo sito. Ma nella giornata di mercoledì è arrivata anche la sentenza da parte del tribunale federale che ha messo a tacere uno dei più grossi timori nell'allevamento australiano: l'accettazione dell'inseminazione artificiale nel purosangue, che avrebbe avuto ripercussioni su tutto il mondo dell'allevamento in un futuro prossimo. Il tribunale federale australiano a Sidney ha però respinto la causa legale presentata nel 2011 appunto da Bruch McHugh, ex presidente del Sydney Turf Club il quale, nel tentativo di rovesciare il divieto di inseminazione artificiale (AI) in Australia, aveva intentato un'azione legale contro il Jockey Club Australiano (AJC), dopo aver sfidato proprio il divieto di AI, perchè sosteneva che le regole fossero eccessivamente restrittive nei confronti del commercio e del mercato internazionale e che l'allevamento avrebbe potuto, se fosse stato l'esito positivo, guardare lontano con nuovi innesti di nuovo sangue su fattrici australiane. Questo era il motivo (due anzi) della sua opposizione al divieto, che è in vigore nel paese dal 1949.
Ma se da una parte dunque quelli come McHugh attendevano solo che il verdetto fosse positivo per allargare definitivamente gli orizzonti e sdoganare il concetto che la monta naturale è l'unica comunemente accettata (anche se molti veterinari sostengono che nella monta naturale e in quella artificiale non c'è nessuna differenza nel prodotto che nasce e che anzi, molti la praticano illegalmente), dall'altra c'erano i conservatori i quali sostenevano che il Tribunale Federale aveva una grossissima responsabilità nella responsabilità ed il dovere di difendere la monta naturale, perché la decisione favorevole avrebbe potuto causare il restringimento del mercato globale nei confronti per l'Australia che avrebbe avuto gravi conseguenze per il settore corse. In fondo anche Federico Tesio era un profondo sostenitore della monta naturale e della relativa "carica" elettrica nella monta naturale nel purosangue, che nell'artificiale non esisterebbe.
Sta di fatto che il giudice Alan Robertson ha accontentato logicamente quest'ultimi e respinto entrambe le "sfide" al regolamento da parte di McHug, dicendo che questo non aveva dimostrato nella sua motivazione (troppo debole) che la regola sull'inseminazione costituiva un ostacolo per il commercio, tanto che lui stesso aveva accettato anni fa le regole della monta naturale per togliere ogni ragionevole dubbio sull'attribuzione di paternità non corretta per un cavallo purosangue. Un respiro di sollievo anche per tutti i colossi a difesa della monta naturale quali il Thoroughbred Breeders Australia, l'Australian Turf Club, il Victoria Racing Club e l'Australian Stud Book i quali temevano che se fosse stata legalizzata l'inseminazione, i cavalli australiani sarebbero stati isolati dal resto del mondo.
Provocatoriamente aggiungiamo noi: sospirano con sollievo anche tutti gli allevamenti europei, che vedono così protetto il business. Perché in fondo è questa la domanda. La monta naturale è così importante oppure è solo il business che va preservato? Infatti, se ciò accadesse gli allevamenti inglesi ed irlandesi non potrebbero più avere "ospiti" migliaia di fattrici europee a pensione. La questione è delicata ma vogliamo stimolare il dibattito senza creare polemiche, a tal proposito vi poniamo un quesito tipicamente invernale: Sei a favore dell'inseminazione artificiale nel purosangue, oppure no? Noi di Mondoturf attendiamo riflessioni, approfondimenti...motivati chiaramente. Sono ben accolti allevatori, operatori, appassionati, scienziati, profondi conoscitori della materia.
Monta naturale e basta! Le origini, le tradizioni e le distinzioni da tutto questo conformismo al quale le corse si sono vendute non andrebbero mai dimenticate...
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