Lanfranco Dettori è stato messo sotto inchiesta da France Galop a causa di una positività riscontrata nel fantino italiano in seguito ad una giornata di corse importante. L'avvocato Cristopher Stewart-Moore che cura gli interessi di Lanfranco ha confermato infatti, che il controllo è avvenuto a Longchamp il 16 settembre 2012 (giorno in cui montò Farhh nel Prix du Moulin arrivando secondo, Sarah Linx nel Vermeille e Joshua Tree nel Foy) e che ha portato la Commissione Medica di France Galop a mettere sotto inchiesta il jockey italiano. L'avvocato ha inoltre aggiunto che non verrà rilasciata nessun'altra dichiarazione in merito fino a quando France Galop non finirà tutte le procedure del caso in merito alla vicenda e non è stato precisato nemmeno la sostanza a cui sarebbe stato trovato positivo. C'è chi ha parlato di cocaina, chi di anfetamina. Di sicuro c'è che secondo fonti francesi il controllo dei medici, solitamente preannunciato, è stato fatto a sorpresa alla fine delle corse in seguito ad una soffiata. C'è un precedente nella carriera di Lanfranco Dettori, era il 1993 e la polizia londinese lo trovò in possesso di piccola quantità di cocaina ad Oxford Street mentre era a Wembley per vedere la finale di FA Cup tra Sheffield Wednesday e Arsenal, di cui è tifoso. Un peccato di gioventù, come lui stesso ammise negli anni successivi ed in particolare in una intervista rilasciata nel 2010. La notizia ha già fatto il giro del mondo, più velocemente ed in modo più interessato rispetto a quando invece si celebrano gesta sportive ippiche in generale, evidentemente meno "sconvolgenti". Lanfranco, che era stato avvertito della positività (e forse anche Godolphin..)ora dovrà rispondere di queste accuse di fronte alla commissione di France Galop, che non ha commentato l'accaduto in linea con analoghi casi precedenti, e non lo farà prima di aver ascoltato il jockey, fra una decina di giorni. Dettori rischia fino a 6 mesi di squalifica. Nella foto, la prima pagina del "The Sun"
SEGUIRANNO APPROFONDIMENTI.
completiamo la notizia. Sotto inchiesta perche' positivo a un controllo antidoping
RispondiEliminaeccola, grazie anonimo. L'abbiamo messa prima in breve, velocemente, e poi l'abbiamo completata. Grazie sempre per i suggerimenti costruttivi.......
RispondiEliminaGab,
RispondiEliminaovvio che la notizia abbia velocemente fatto il giro del mondo, giriamola come vogliamo, ma è chiaro che è dirompente.
Il Guardian aggiunge che "rumours" su questa storia circolavano da diverse settimane e sottolinea che il tutto è accaduto il giorno dopo Doncaster, quando ha dovuto assistere al trionfo di Encke...
Spero per lui che riuscira' a chiarire, intanto Godolphin si era gia' portata avanti col lavoro...
P.S. Ma questi francesi, non gli scappa nulla eh
Ciao, Rp
Rob, sacrosanto. Anzi, mi hanno detto che lo sapevano da un po e per questo hanno abnticipato i tempi di quel divorzio, nel darne notizia. Mi spiace che per notizie del genere sky abbia persino approfondito, ok c'era sky uk di base, ma in italia di lanfranco non ne hanno mai parlato in italia.. E nemmeno la gazzetta.. Mi spiace che lo scalpore nasca solo per esempi negativi che, ribadisco, è giusto che vadano sotyolineati e del resto l'ho fatto anche io.. Ma diamine, allora dimmi anche quando c'e il royal ascot..
RispondiEliminaComunque, in francia non scappa niente.. E incredibile eh..
appena sentito frankye al telefono, mi ha assicurato che comunque era molto molto buona )))))
RispondiEliminaAmedeo
Caro Gabriele,
RispondiEliminasulle pagine dei giornali in questi giorni l'ippica è protagonista. Inorridiscono coloro i quali vorrebbero lo fosse anche in altre situazioni e non solo quando a rompere il silenzio è la parola doping. Il 2012 è stato definito per quelli del settore annus horribilis per le note vicende legate ai tagli economici ed alle mancate ristrutturazioni tanto attese che, se fossero state messe in atto in questi mesi di nulla, avrebbero forse potuto sedare la rabbia di coloro che gravitano in questo mondo. I campanilisti nell'ultimo ventennio si sono affidati a due fenomeni che hanno fatto da ambasciatori al made in Italy divenendo icone all'estero e, udite udite, in misura minima anche da noi confutando il detto nemo propheta in patria. Verenne per il trotto e Lanfranco Dettori per il galoppo in misura ancora più impressionante, sono stati capaci di rompere record impossibili e di farne segnare altri che probabilmente saranno solo numeri da ammirare per chi verrà dopo di loro. In questi giorni a rompere il silenzio è la notizia della positività al doping di quello che universalmente è riconosciuto come Franki. Il fantino milanese partito giovane per la Gran Bretagna per intraprendere nella patria del galoppo la carriere del padre, all'età di 42 anni, sarebbe scivolato sulla buccia di banana macchiandosi di un'onta che per gli sportivi è un peccato non perdonabile. Squillano le trombe prima che si pronunci la commissione di France Galop, muta sinché non avrà ascoltato l'imputato. Sia giusto o ingiusto che la notizia abbia riscontrato l'interesse di quotidiani e media non è argomento di discussione. Lo è il fatto che in molte professioni, quale che sia la forma di doping, si cede agli aiuti esterni per mantenere il posto. Ciò che per sua natura crea dipendenza porta anche felicità momentanea e spesso aiuta a perseguire uno scopo in molte professioni. Nel mondo della moda, non è passato molto tempo, quello che avrebbe potuto distruggere una donna, icona di bellezza e di magrezza, l'ha lanciata in un universo parallelo di non differente spessore mediatico. Nello sport ciò non è ammesso, ed in questo non vi siano zone d'ombra di alcuna sorta ma, soprattutto, non si cerchi di cambiare lo status quo. Questi solo due esempi di mondi in cui l'uso di sostanze dopanti può dare vantaggi e creare disappunto in chi si identifica in coloro che ne sono i portavoce. Ma quanto l'uso di queste sostanze può davvero nuocere alla vita dei comuni cittadini? Non è solo una cosa riprovevole da punirsi civilmente rispettando il diritto di difesa dell'imputato e da utilizzare come leva per fare prevenzione? La lotta al doping nello sport è doverosa e insita nello stesso concetto di comportamento sportivo. Ma i controlli non dovrebbero essere doverosi solo in sala fantini. Quante scelte di capitani d'industria, politici, genitori possono essere ben più riprovevoli e pericolose? Sono solo riflessioni in attesa di una verità la cui importanza sarà direttamente proporzionale all'attesa, alla pubblicità che ne verrà fatta. Completamente contraria all'uso di qualsiasi sostanza vietata in qualsiasi situazione, credo che i controlli andrebbero di prassi estesi anche a settori dove le conseguenze del malcostume sono ben più devastanti.
Qualcuno disse “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Forse solo avendo dei valori per cui combattere si potrà aggiustare tante piccole cose in un mondo in cui si pensa all'oggi e non si guarda al domani, in cui la felicità momentanea, vera o fittizia che sia, è solo il tappeto sotto cui nascondere la polvere.
Flavia Rovereto di Rivanazzano