Riproduciamo anche su Mondoturf (il blog che vanta il maggior numero di imitazioni) l'intervista realizzata a Mirco Demuro qualche giorno fa in merito alla doppietta tedesca in relazione all'esperienza inglese, e pubblicata su per Sport di Martedì 28 Agosto 2012, per gentile concessione dello stesso quotidiano. Intanto, un aggiornamento sulla settimana tedesca: Il 29 Agosto ha vinto un'altra corsa, un handicap in sella a Nydamski (Soviet Star). Salgono così a 3 le vittorie di questa settimana di Demuro in Germania.
Grosser Mirco: Due ruggiti, tremendi, in tedesco nel weekend appena trascorso. Due vittorie in corse di Gruppo nel convegno di Baden Baden, grazie a due interpretazioni degne del miglior Mirco. Una nel Preis der Sparkassen G3 in coppia con Mikhail Glinka di Ramzan Kadyrov da favorito, e l’altra in G2 nel Goldene Peitsche per velocisti, grazie a Ferro Sensation da outsider, a 35/1 con il quale è stato autore di una vera e propria pennellata com’è tipico nel suo stile, quando nei giorni di stato di grazia: Nascosto come un gatto dietro al sofà di casa fino ai 200 quand’è improvvisamente sbucato e fatto gridare di gioia. Bingo! Da far rivedere ai nipoti fra qualche anno. Al di la di tutto, uno splendido blitz, quello tedesco, dal valore inestimabile sul piano psicologico ancor più che strettamente numerico. Il perentorio ed inequivocabile stile made in Demuro ha colpito anche la Germania ippica, ed ha costituito, di fatto nel periodo, una dolce pillola di entusiasmo, convinzione ed autostima quanto mai opportuna per Mirco, attorno alla quale iniziavano a serpeggiare perplessità e timori dopo il complicato avvio di stagione in terra inglese: «Mi ci voleva proprio una doppietta del genere, mi sento rinato! Non vedevo l’ora di sentire di nuovo il brivido della vittoria sulla schiena, a certi livelli e davanti ad un bel pubblico affollato e numeroso. Sono per carattere una persona che ha sempre bisogno di stimoli, ultimamente non è che ne abbia avuti poi troppi. Sono arrivato in Inghilterra ad Aprile, una bellissima esperienza che sto vivendo assieme alla mia famiglia, ma per uno come me non è facile stare lontano dai grossi convegni come ce n’è nell’estate inglese. Montare a Folkestone o Ffos Las, non è esattamente la stessa cosa che sentirti importante e vincere Stakes e questo weekend mi ha ricaricato di energia!».
Insomma, non c’era bisogno di intitolargli un "aspettando Godot" perchè Mirco non se n'è mai andato da quel concetto di traguardo piantato in testa a suon di vittorie di prestigio. Serviva una sterzata, una prova maiuscola di compattezza, di equilibrio, di spessore. Urgeva una vittoria, la prima a livello di Gruppo (le uniche altre due vittorie di Gruppo nell’anno sono state con Worthadd a Baden e in Giappone con Grandezza) dopo qualche mese passato nella arida zona degli handicap, nursery e campi simili a toboga dove è stato impiegato ad interpretare e modellare materiale di risulta. Serviva quel guizzo, ce scacciasse via i dubbi dell’ambiente e gli spifferi di taluni sulla completezza e la statura internazionale di Demuro l'italiano. Lui, calmo come il pacifico, ha colpito sfruttando il vecchio paradigma del pescatore seduto vicino alla riva. Quello che attende, tira le reti e aspetta che abbocchi qualcosa: track, abboccato non uno ma due pesci grossi, perché una vittoria tira l’altra.
Quello a caldo, al telefono: uno sfogo naturale, da parte di Mirco, dopo un periodo di silenzio e dopo le vittorie tedesche subito messe in confronto alla sua esperienza in Inghilterra.. e detta così sembra che la nuova carriera inglese e stia andando malino. In realtà non è propriamente così, certi numeri vanno interpretati e letti in controluce: 123 monte, 18 vittorie (15% di strike rate) e 35 piazzamenti con somme vinte per £127,309 e un plus £16.58. Punto primo: se ognuno di noi avesse scommesso una sterlina su ogni cavallo che ha montato Mirco, avrebbe guadagnato oggi almeno 16 sterle e passa, e ciò la dice lunga si quelle che sono state le chances di scuderia, su come sono state ottimizzate e quanto sono valse in termini di realizzo di scommessa, e quel numerino gli inglesi lo apprezzano molto (è arrivato anche a £40,00 ad inizio agosto) e qui in Italia, trovarlo con queste quote era impossibile. Punto due, l’esperienza: «In Inghilterra sono dovuto ripartire da zero, sapevo di essermi catapultato in una realtà lontanissima dal mio stile di monta e da quelle che sono le certezze che hai in altri posti dove sei già apprezzato. Ma avevo un anno per così dire da “buttare” dopo il divorzio dalla Incolinx, ed ho deciso di mettermi in gioco, di fare una vera scommessa con me stesso in un luogo ippicamente lontano da me e dal mio concetto di stare in sella. Ma lo sto facendo nel tempio degli dei ippici, quindi va bene... Mi sono dovuto reinventare, ho allungato le staffe e mi sono messo a montare in modo completamente diverso da come sono abituato…non mi sento nemmeno me stesso, ma in Inghilterra vogliono così, ed è un fatto di bilanciamento. I cavalli sono diversi, vanno montati tutto il percorso, ogni tracciato è ondulato e va studiato, com’è giusto che sia. Gli ordini vanno eseguiti pedissequamente, che si vinca o si perda, si deve spingere con tutto il corpo. Mi è capitato di vincere mettendomi in posizione leggermente diversa, oppure staffato alla mia maniera, perché lo ritenevo più idoneo, più personale, e sono stato guardato in modo strano..ma posso capirlo, questo è il campionato più bello dell’ippica, l’ho deciso io, ed in più ci si è messo anche quell’errore madornale del giro sbagliato, quei 12 giorni non passavano mai c’era Goodwood ed io ero a casa a guardare la pioggia cadere, deprimente. Era una cosa che non mi era mai capitata... Ma poi ho montato di nuovo, e vinto ancora: di cattiveria, tatticamente, d’esperienza, di forza..in ogni modo... La mia buona volontà c’è stata, ed i risultati sono arrivati. 18 vittorie con chances basse non sono poco, speravo di avere qualche chiamata in più, anche per il peso basso che aiuta, ma la chiamata non c’è stata..e sono un po’ amareggiato in questo momento, anche se so perfettamente che non è facile, ma sono ancora carico»
Non sono stati giorni facili quelli appena trascorsi per il fantino italiano, in Inghilterra piove anche nel senso metaforico: stretto nella morsa dei giudizi nazional-prematuri dell’Inghilterra..ed un talento purissimo, a 33 anni e passa, ma ancora buoni da levigare ed incastonare quanto prima nel suo mosaico ippico. Ma se da noi era una pittura in sella, in terra inglese ha dovuto cambiare assetto e prendere una dose di taurina per spingere in modo scomposto ma efficace partendo dalla curva opposta dando fondo alle energie..mentre qui, con uno schiocco di dita era a dama. Uno stile di monta diverso, uno stile di vita completamente diverso da cui era abituato in Italia. Qui ci aspettavamo la pennellata di Mirco, che vincesse con un cavallo di testa venendo dal fondo, o vincendo in testa con un cavallo di attesa. Oppure lo vedevamo vincere da capobranco o meglio jockey-leader. Mirco in Italia è sprecato, lo sappiamo e lo ha dimostrato al paradigma quell'interpretazione nella Dubai World Cup. In Inghilterra non è facile, staccare i ponti con l'Italia nemmeno, ma forse è l'unica soluzione per prendere in mano le redini della sua carriera e spingerla più in la del proprio naso. Non sarà facile, perchè noi conosciamo un Mirco artista, mentre in Inghilterra serve il mirco (con la m minuscola) funzionale ai cavalli che gli vengono dati, non quello che inventa ma quello che fa gli ordini come gli vengono impartiti a seconda delle caratteristiche dell'ippodromo in cui monta. Cercherà ancora di convincere gli inglesi, quelli con il loro stile burbero e diffidente, che hanno preso quell'italiano sottogamba e gli hanno fatto incominciare a montare rozze da basso livello.. resistere e tenere duro! «Vado avanti..e sia chiaro, non mi aspettavo niente da nessuno. Qui tutti hanno il fantino in scuderia, compresi Marco Botti e Luca Cumani che in qualche occasione mi hanno ingaggiato. E anche per Johnston, soverchiare le gerarchie di scuderia con Silvestre De Sousa, Joe Fanning e Franny Norton sopra di me, è dura. Io resisto, ho degli impegni per montare la mattina in lavoro, sono qui alla ricerca di un progetto da sposare, in attesa di una chiamata che spero arrivi.. Non mollo, continuerò almeno fino a fine anno, facendo la spola magari la domenica con l’Italia e qualche incursione in Francia dove spero si possa aprire qualche spiraglio in termini di progetto, e poi c’è anche il Giappone..sono aperto a tante soluzioni, gli impegni ci sono, devo solo avere pazienza e farmi valere». Mirco ha credito a suon di prestazioni spettacolari, è carico a molla, monta come i primi giorni di carriera, sembra una bestia indomabile, il demonio che Sir Lorenz aveva ribattezzato quando lo ha voluto fortemente alla Nuova Sbarra… Intanto, la settimana è organizzata: Nel fine settimana appena trascorso ha montato 13 corse e per tutto il periodo di fine Agosto sarà a Baden Baden per il festival che procederà da Mercoledì 29 fino a Domenica 2 Settembre, quando a concludere ci sarà il Grosser Preis von Baden G1. Demuro l’internazionale tutto prenotato, per quello inglese Good Luck!
Insomma, non c’era bisogno di intitolargli un "aspettando Godot" perchè Mirco non se n'è mai andato da quel concetto di traguardo piantato in testa a suon di vittorie di prestigio. Serviva una sterzata, una prova maiuscola di compattezza, di equilibrio, di spessore. Urgeva una vittoria, la prima a livello di Gruppo (le uniche altre due vittorie di Gruppo nell’anno sono state con Worthadd a Baden e in Giappone con Grandezza) dopo qualche mese passato nella arida zona degli handicap, nursery e campi simili a toboga dove è stato impiegato ad interpretare e modellare materiale di risulta. Serviva quel guizzo, ce scacciasse via i dubbi dell’ambiente e gli spifferi di taluni sulla completezza e la statura internazionale di Demuro l'italiano. Lui, calmo come il pacifico, ha colpito sfruttando il vecchio paradigma del pescatore seduto vicino alla riva. Quello che attende, tira le reti e aspetta che abbocchi qualcosa: track, abboccato non uno ma due pesci grossi, perché una vittoria tira l’altra.
Quello a caldo, al telefono: uno sfogo naturale, da parte di Mirco, dopo un periodo di silenzio e dopo le vittorie tedesche subito messe in confronto alla sua esperienza in Inghilterra.. e detta così sembra che la nuova carriera inglese e stia andando malino. In realtà non è propriamente così, certi numeri vanno interpretati e letti in controluce: 123 monte, 18 vittorie (15% di strike rate) e 35 piazzamenti con somme vinte per £127,309 e un plus £16.58. Punto primo: se ognuno di noi avesse scommesso una sterlina su ogni cavallo che ha montato Mirco, avrebbe guadagnato oggi almeno 16 sterle e passa, e ciò la dice lunga si quelle che sono state le chances di scuderia, su come sono state ottimizzate e quanto sono valse in termini di realizzo di scommessa, e quel numerino gli inglesi lo apprezzano molto (è arrivato anche a £40,00 ad inizio agosto) e qui in Italia, trovarlo con queste quote era impossibile. Punto due, l’esperienza: «In Inghilterra sono dovuto ripartire da zero, sapevo di essermi catapultato in una realtà lontanissima dal mio stile di monta e da quelle che sono le certezze che hai in altri posti dove sei già apprezzato. Ma avevo un anno per così dire da “buttare” dopo il divorzio dalla Incolinx, ed ho deciso di mettermi in gioco, di fare una vera scommessa con me stesso in un luogo ippicamente lontano da me e dal mio concetto di stare in sella. Ma lo sto facendo nel tempio degli dei ippici, quindi va bene... Mi sono dovuto reinventare, ho allungato le staffe e mi sono messo a montare in modo completamente diverso da come sono abituato…non mi sento nemmeno me stesso, ma in Inghilterra vogliono così, ed è un fatto di bilanciamento. I cavalli sono diversi, vanno montati tutto il percorso, ogni tracciato è ondulato e va studiato, com’è giusto che sia. Gli ordini vanno eseguiti pedissequamente, che si vinca o si perda, si deve spingere con tutto il corpo. Mi è capitato di vincere mettendomi in posizione leggermente diversa, oppure staffato alla mia maniera, perché lo ritenevo più idoneo, più personale, e sono stato guardato in modo strano..ma posso capirlo, questo è il campionato più bello dell’ippica, l’ho deciso io, ed in più ci si è messo anche quell’errore madornale del giro sbagliato, quei 12 giorni non passavano mai c’era Goodwood ed io ero a casa a guardare la pioggia cadere, deprimente. Era una cosa che non mi era mai capitata... Ma poi ho montato di nuovo, e vinto ancora: di cattiveria, tatticamente, d’esperienza, di forza..in ogni modo... La mia buona volontà c’è stata, ed i risultati sono arrivati. 18 vittorie con chances basse non sono poco, speravo di avere qualche chiamata in più, anche per il peso basso che aiuta, ma la chiamata non c’è stata..e sono un po’ amareggiato in questo momento, anche se so perfettamente che non è facile, ma sono ancora carico»
Non sono stati giorni facili quelli appena trascorsi per il fantino italiano, in Inghilterra piove anche nel senso metaforico: stretto nella morsa dei giudizi nazional-prematuri dell’Inghilterra..ed un talento purissimo, a 33 anni e passa, ma ancora buoni da levigare ed incastonare quanto prima nel suo mosaico ippico. Ma se da noi era una pittura in sella, in terra inglese ha dovuto cambiare assetto e prendere una dose di taurina per spingere in modo scomposto ma efficace partendo dalla curva opposta dando fondo alle energie..mentre qui, con uno schiocco di dita era a dama. Uno stile di monta diverso, uno stile di vita completamente diverso da cui era abituato in Italia. Qui ci aspettavamo la pennellata di Mirco, che vincesse con un cavallo di testa venendo dal fondo, o vincendo in testa con un cavallo di attesa. Oppure lo vedevamo vincere da capobranco o meglio jockey-leader. Mirco in Italia è sprecato, lo sappiamo e lo ha dimostrato al paradigma quell'interpretazione nella Dubai World Cup. In Inghilterra non è facile, staccare i ponti con l'Italia nemmeno, ma forse è l'unica soluzione per prendere in mano le redini della sua carriera e spingerla più in la del proprio naso. Non sarà facile, perchè noi conosciamo un Mirco artista, mentre in Inghilterra serve il mirco (con la m minuscola) funzionale ai cavalli che gli vengono dati, non quello che inventa ma quello che fa gli ordini come gli vengono impartiti a seconda delle caratteristiche dell'ippodromo in cui monta. Cercherà ancora di convincere gli inglesi, quelli con il loro stile burbero e diffidente, che hanno preso quell'italiano sottogamba e gli hanno fatto incominciare a montare rozze da basso livello.. resistere e tenere duro! «Vado avanti..e sia chiaro, non mi aspettavo niente da nessuno. Qui tutti hanno il fantino in scuderia, compresi Marco Botti e Luca Cumani che in qualche occasione mi hanno ingaggiato. E anche per Johnston, soverchiare le gerarchie di scuderia con Silvestre De Sousa, Joe Fanning e Franny Norton sopra di me, è dura. Io resisto, ho degli impegni per montare la mattina in lavoro, sono qui alla ricerca di un progetto da sposare, in attesa di una chiamata che spero arrivi.. Non mollo, continuerò almeno fino a fine anno, facendo la spola magari la domenica con l’Italia e qualche incursione in Francia dove spero si possa aprire qualche spiraglio in termini di progetto, e poi c’è anche il Giappone..sono aperto a tante soluzioni, gli impegni ci sono, devo solo avere pazienza e farmi valere». Mirco ha credito a suon di prestazioni spettacolari, è carico a molla, monta come i primi giorni di carriera, sembra una bestia indomabile, il demonio che Sir Lorenz aveva ribattezzato quando lo ha voluto fortemente alla Nuova Sbarra… Intanto, la settimana è organizzata: Nel fine settimana appena trascorso ha montato 13 corse e per tutto il periodo di fine Agosto sarà a Baden Baden per il festival che procederà da Mercoledì 29 fino a Domenica 2 Settembre, quando a concludere ci sarà il Grosser Preis von Baden G1. Demuro l’internazionale tutto prenotato, per quello inglese Good Luck!
Gabriele Candi
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