L'ultimo saluto, o meglio, il ricordo di un altro pezzo di ippica che se n'è andato nelle parole di Mario Berardelli. Ci ha lasciato Paolo Riccardi, ad 84 anni. Un signore d'altri tempi, di un ippica che forse non c'è più, un imprenditore di successo che nel corso della sua vita ha dedicato molte delle sue forze promuovendo l'attività ippica nella sua terra ed ha tra le altre cose anche vinto il Derby, il sogno di una carriera sportiva. Vita, opere e storia di Paolo Riccardi, dai rapporti con l'Aga Khan, ai "Lechereo", all'eredità intellettuale tramandata ai posteri...Riproponiamo per il lettori di Mondoturf.net alcuni passaggi del ricordo uscito Mercoledì 11 Luglio su Per Sport. Ricordi di vita vissuta di un uomo di cavalli e dell'ippica vista dalla sua prospettiva. Cogliamo l'occasione per fare le condoglianze a Luigi e Piero e tutta la famiglia Riccardi.
Un signore e non si tratta di un luogo comune o di una frase fatta. Ho conosciuto Paolo Riccardi a metà degli anni 70, forse anche prima , ebbene per quasi 40 anni il suo tratto distintivo è stata sempre la innata signorilità, il garbo , la educazione che faceva premio su tutte le sue altre numerose qualità. Ci siamo conosciuti ed è stata simpatia immediata reciproca come la stima. Aveva , come ogni buon sardo anche se un ramo della famiglia era approdato nell’isola a metà 800 provenendo dal Piemonte, una innata passione per il cavallo, per il nobile e fiero animale che è nel dna di ogni abitante di quella zona della Sardegna. Paolo è stato avvocato e imprenditore di successo, manager importante, per tanti anni il punto di riferimento di tutte le attività imprenditoriali del Principe Karim Aga Khan nell’isola dalla Alisarda alla creazione della Costa Smeralda. ( ci ha lasciato un libro in proposito …. “alla corte dell’Aga Khan”).
Probabilmente è stato grazie al Principe che Paolo ha esteso il suo amore per il cavallo in assoluto anche in particolare verso il purosangue , le corse e l’allevamento. Come sfondare una porta già aperta. Se le corse , le nostre, sono diventate una realtà in Sardegna lo si deve a Paolo Riccardi che proprio negli anni 70 ha fatto tantissimo in questa direzione mettendo a disposizione del movimento ippico locale tutto il suo ingegno e tutta le sua enorme capacità di relazioni e il suo entusiasmo. Credo, proprio per averlo “vissuto” un po’ in quell’epoca che questa fosse la sua autentica priorità per la quale in tutti i sensi si era speso, era il suo sogno, il suo progetto ed è riuscito a realizzarlo . A Paolo non si poteva dire di no perché era trascinante e aveva quello slancio che gli permetteva di superare ogni ostacolo, aveva quello che quasi nessuno ha anche se pensa di averlo, il carisma …… -“ Ho organizzato una bella Conferenza a Sassari sulla importanza dell’allevamento del Purosangue e delle corse con tutti gli operatori della zona, sulla sua storia …… sarebbe bello se ci fossi anche tu …. Potresti fare una relazione ….. a proposito è domani mattina, vai subito a Fiumicino , troverai un prepagato al banco per il volo del pomeriggio , ci vediamo all’aeroporto di Olbia , ti vengo a prendere …. Tranquillo , dormi solo una notte e el pomeriggio del giorno dopo riparti ….”.
Come tutti i manager autentici Paolo decideva in una frazione di secondo e in un attimo andava al sodo, al cuore del problema. Sarebbe stato una risorsa incredibile per il nostro movimento se si fosse impegnato maggiormente ma dopo la iniziale assoluta dedizione per far nascere e sviluppare le corse in Sardegna Paolo ha preferito essere ciò che ognuno di noi in fondo al cuore ha sempre amato diventare : il vero turfman , sportivo per eccellenza , che andava la dove lo portava il suo cuore di ippico vero e sempre , prima di ogni cosa, lo precedeva la sua signorilità. Aveva una grande ammirazione per Enrico Arcari al quale lo aveva introdotto Guido Berardelli, mio zio, con cui da subito aveva stabilito una corrente di grande simpatia. Paolo veniva alle Aste e per prima cosa cercava il “dottore” che, in pillole ma con efficacia, seppe insegnargli tanti piccoli segreti. La sua scuderia era la Lechereo , nome illustre nel campo del cavallo anglo arabo che lui volle anche per la versione purosangue senza rinunciare alle radici (la giubba c’è ancora grazie a Piero e Luigi), a quel senso del territorio che è la forza. Volle che fosse Gianuario Muroni il suo fantino per iniziare la avventura, il cordone ombelicale con la sua terra. Tutti i suoi cavalli diventavano Lechereo …… Gabbro, Cafragna e non solo. Spesso acquistava da Jill Pratt, ecco un altro personaggio che Paolo aveva in enorme simpatia e che stimava. Aveva una dimensione cosmica per mentalità, era impossibile non applicarla anche al turf, in epoca di anche ottuso provincialismo ( c’è ancora adesso …..) lui in quattro e quattro otto era già mercuriano ante litteram e pensava in grande, le frontiere non esistevano più. Ecco allora la scelta di essere internazionale, ecco il sodalizio con Luca Cumani ma ecco anche la gioia più grande , quella che sfugge ad ogni valutazione , che non ha prezzo , il derby di Old Country ….. l’altra sua enorme gioia, intima questa volta della sua vicenda di ippico dopo quella , istituzionale, di aver lanciato le corse nella sua terra. Cittadino del mondo , mercuriano sublime , tuttavia capitava che ci si incontrasse …..magari ad un Derby alle capannelle e si stava al tavolo insieme al garden party oppure in un piovoso pomeriggio di ottobre a Newmarket lungo lo steccato dinanzi al palo di arrivo a pochi secondi dal Cesarevitch di John Cherry che , insieme anche a Lollo Luciani, colpimmo, tutti i tre , a cinque contro uno e per fortuna che c’era Paolo , alto alto, che ci teneva informati sullo sviluppo della corsa perché noi ci accorgemmo di Lester vincitore solo negli ultimi cento metri visibili. Poi tutti felici all’incasso e al bar, piccoli episodi, grandi ricordi che cementavano il piacere di stare insieme. Da tempo aveva scelto le Canarie come suo buon ritiro ma la tecnologia lo teneva in contatto costante con il turf e poi ogni tanto faceva anche un salto. Piero e Luigi che quando ci conoscemmo erano bambini hanno raccolto il testimone di una fiamma che arde ancora , anzi di più, fortificata da quell’amore genuino e senza infingimenti che vorremmo fosse anche di tutti e che Paolo aveva nella misura più alta e nobile. Sono più che degni del papà , Paolo ha davvero seminato bene e la sua scuola di vita e di cultura sta dando ancora tanto al nostro movimento. Addio amico gentile, signore assoluto , ippico autentico di una generazione che ci manca davvero tanto ogni giorno che passa ……..
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta qui