Riceviamo e pubblichiamo con piacere uno scritto, un saggio più che altro, di Mario Berardelli uscito qualche giorno fa su Per Sport del 15 Maggio e che abbiamo pensato bene di non conservarlo gelosamente ma anzi diffonderlo e veicolarlo ancor di più attraverso internet. In fondo, siamo tutti un pò mercuriani......
Se volete, commentate e dite la vostra nei commenti. Di seguito, il testo.
Il XXI secolo , almeno nella sua prima metà, sarà ancora più marcatamente mercuriano di quanto non lo sia stato il ventesimo. Viviamo grosso modo da 140 anni, gli ultimi dell’800 e i primi del 2000, in una nuova dimensione culturale la cui principale caratteristica, il tratto saliente è proprio l’essere mercuriana.
A differenza dei secoli precedenti caratterizzati all’80% da una concezione della esistenza tipicamente apollinea. Unica magnifica eccezione l’Inghilterra (con l’Olanda), la parte continentale dell’Europa per secoli si è beata del suo immobile essere apollineo, nutrita di nobili valori ma chiusa al contatto, al confronto, al commercio, alla migrazione fisica e mentale. La rivoluzione che ha segnato e sconvolto le carte cambiandole radicalmente (per noi in senso positivo sia chiaro) parte nella seconda metà dell’800 quando lo spostamento di milioni di cittadini da quella fascia longitudinale ai confini dell’impero zarista dal Baltico al Mar Nero ha di fatto determinato un cambio di passo mondiale nella concezione del vivere. Questi milioni di cittadini pieni di entusiasmo, intelligenza, voglia di fare e agire si è rapidamente installata prima in Europa e subito dopo massicciamente in America. Sul modo di concepire la vita negli ultimi 140 anni c’è la loro mirabile impronta, il loro marchio, il mondo moderno e mercuriano nasceva li e cosi e la Storia dell’Umanità è buona testimone. Lo stesso accade da diverso tempo anche nel mondo del turf, da quando le frontiere sono cadute, da quando esiste grosso modo una moneta quasi unica, da quando la tecnologia ha fatto passi da gigante sia per stimolare facili trasporti e spostamenti sia per trasmissione di dati , immagini, per rendere assolutamente facili i rapporti (pensate al telefonino che ci rende tutti a portata di voce). Viviamo quindi da 30 anni una ippica diversa, decisamente mercuriana e ne dobbiamo essere consapevoli soprattutto noi perché anche nel nostro paese, per fortuna, si sta radicando una forte concezione mercuriana. Se noi volteremo le spalle, se resteremo chiusi nel nostro passato apollineo, getteremo al vento la grande occasione di vivere, come viviamo per fortuna, in un villaggio globale che ha regole quasi uguali per tutti, che ha valori condivisi che non conosce più frontiere invalicabili anche intellettuali.
Noi dobbiamo essere convinti che il galoppo italiano è dignitosissima parte del villaggio globale del turf. Se lo saremo non ci porremo più domande valide 30 o più anni fa, non ci strapperemo più le vesti se Jakkalberry o Crackerjacking o ancora Cazals, Al Rep, Spirit Quartz, Joanna, Lucky Chappy e tutti gli altri insieme a questi che citiamo alla rinfusa e a memoria hanno trovato altre destinazioni e proprietà. Viviamo la stagione in cui Mirco Demuro e ora anche Cristian viaggiano appena possono e lo stesso fa Umberto Rispoli e noi diciamo oltreche bravi anche per fortuna. Si per fortuna che i nostri cavalli vengono richiesti e spesso venduti. Come si fa a non capire che proprio questo è il tratto distintivo, il nostro essere internazionali, allo stesso modo di quando mandiamo cavalle alla monta all’estero (questa si che è una tendenza che va incoraggiata al massimo) , di quando acquistiamo puledri foal o yearling insomma di quando ci comportiamo come dei perfetti mercuriani. Immaginare un turf immobile significa non aver compreso ciò che nel mondo accade da 140 anni e nel turf mondiale da 60 e da 20 in quello italiano. Ma come, abbiamo l’esempio magnifico di una famiglia, i Botti, che ci ha dato una lezione di stupenda cultura mercuriana andando la dove va il cuore del turf ma mantenendo ben saldo il cordone ombelicale con le proprie radici...Non dobbiamo preoccuparci se i nostri cavalli vengono venduti ma se non lo fossero, perché nel primo caso vuol dire chiaramente che siamo parte autentica di un turf globale, nel secondo che non siamo nulla. Ciò che dobbiamo valorizzare è la valenza delle nostre corse di riferimento, questa si è la battaglia da combattere, far si che le quasi trenta corse di gruppo siano pienamente nel loro status e magari frequentate anche da ospiti che dando linea le valorizzano o le fidelizzano internazionalmente (sublime il Di Capua spostato) , far si che le listed abbiamo una reale credibilità e non far ridere il mondo vantando tra 60 e 70 listed quando sarebbero tante già 35. Ecco, il coraggio mettiamolo li nel recidere con intelligenza i rami secchi o geopolitici, non si può mandare in Champions o in Europa League la seconda della serie B perché rappresenta una regione non rappresentata altrimenti. Siccome per fortuna o per merito degli operatori ippici italiani che sono fantastici (Fantini, Allenatori, Allevatori e Proprietari) siamo agganciati al mondo per carità non stacchiamo il vagone dandoci falsi o sbagliati ideali. Grilli e Soci hanno venduto Spirit Quartz e prima altri cavalli ma ne hanno subito comprati altri come Moustache e se lo valorizzeranno venderanno anche lui, per fortuna cosi ne compreranno altri ancora e la ruota mirabile gira …. Ecco Devis Grilli è un mercuriano e come lui lo sono quasi tutti, per fortuna, quindi dobbiamo lavorare per loro e per il loro ideale non per tenere il soprammobile sul comò e ogni tanto spolverarlo. Per darvi l’ultima idea ecco paragone calcistico: Milan, Inter e Juve che vincono sono mercuriane perché hanno saputo vendere Kaka, Ibra e Zidane mentre Roma e Lazio come i capponi di Renzo si beccano sempre nella pentola perché a Roma non puoi vendere Signori a 30 miliardi di allora oppure De Rossi e prima ancora Totti, il soprammobile.
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