Prima pagina di Per Sport di ieri foto di Stefano Grasso (www.stefanograsso.it) |
Save Italian Racing. Forse questa è la prima volta che l'Italia ippica utilizza un testimonial come Lanfranco Dettori, il nostro ambasciatore per il mondo, mai sfruttato (nel senso buono del termine) per il nostro sistema. Ma l'italiano è così, si sveglia solo nel momento del bisogno. Si chiama "politica dell'emergenza". Ma non vogliamo dire altro qui, se non celebrare l'idea semplice indossata da Lanfranco Dettori e che può essere uno spot positivo per le sorti del nostro settore. Ora, quello spot, quell'immagine, la vorremmo affissa su tutti i network nazionali e non.
Pubblichiamo l'articolo a firma di Franco Raimondi uscito Giovedì 8 Dicembre su Per Sport:
Save Italian Racing: Se avesse in sella Frankie Dettori e quater frane di cervello, l'Italia e la sua industria delle corse non avrebbero bisogno di un appello-messaggio come quello che il nostro Fantino ha sfoggiato sulla maglia azzura della Nazionale prima del Jockeys' Challenge di Hong Kong. Sì, è stata la "pensata" di due Franchi puntatori, e l'altro LanFranco si è prestato al gioco per far scattare un po' di foto e lanciare una battuta: « Mettiamoci insieme, cerchiamo di lavorare e di salvare l'ippica italiana che non merita di finire male». Si salvi chi può... Cercando di fare bene il suo mestiere. Questa è la lezione che Lanfranco ci ha impartito con il linguaggio dei gesti e delle cose nell'umida notte di Happy Valley. Le battute e le formulette magiche si possono sprecare. Troppo facile dire che con un singolo grattacielo, uno dei tanti che fanno da cornice illuminata al vecchio ippodromo, si potrebbe sistemare il bilancio, tirando fuori da una manica ad- dirittura quattro Assi. Oppure che basterebbe avere in adozione un paio di migliala di puntatori come quelli di Hong Kong per dare una svolta al movimento delle scommesse o, ancora, che a noi sarebbero ampiamente sufficienti i 200-300 cinesi che ogni weekend a Sha Tin, con le tasche piene, stanno assicurando da inizio stagione una crescita del gioco nell'ordine del 15 percento. Le bacchette magiche non esistono, serve solo l'applicazione meticolosa, saper fare il proprio lavoro con la cura del dettaglio. C'è un'immagine che vale più di cento parole, quella di Dettori che monta in sella a Romancing Tamar e scioglie le treccine fatte alla criniera per avere un appiglio in più. Un dettaglio, certo, ma la differenza anche in una corsaccia qualunque, la fa anche l'approccio professionale. È stata una serata da fuochi artificiali e quelli bianchi, rossi e verdi sparati durante la cerimonia inaugurale sono sembrati un presagio di quello a cui avremmo assistito. Non abbiamo girato gli ippodromi di tutto il mondo per ridurci a cantare le lodi a un fantino. Però Lanfranco ha dimostrato un'altra volta di essere semplicemente il più bravo del mondo. Un altro dettaglio. I suoi due vincitori - Travel Guide e Regency Winner - hanno entrambi visto la quota salire sul campo rispettivamente fino a 6,8 e 4,7 sulla spinta delle puntate "professionali" e fredde. E sono andati a dama grazie alle mosse perfette del Fantino. Con Travel Guide (ultima vittoria in aprile, dodici corse fa) è andato in testa e ha portato a spasso gli avversar! come cagnolini al una simpatica bestiola che ha il vezzo di buttarsi addosso agli altri - ha avuto il becco di piazzarsi in corda e venire per varchi nella mischia. Robe da matti, che un fantino di quasi 41 anni con una moglie e cinque figli da mantenere, non dovrebbe azzardarsi a fare... Ma sei diventato matto? «Avete visto che il vecchietto è ancora capace...» ed è scoppiato nel solito sorriso. Mettersi a fare queste cose non è proprio da vecchietto, ma Frankie ci ha giocato sopra per raccontare a uso della stampa il suo terzo successo nel Jockeys' Challenge (il primo rappresentando ufficialmente l'Italia), arrivato a dieci anni dal secondo e a otto dall'uiltima monta ad Happy Valley: «Negli ultimi anni avevo il veto di mia moglie perché ho cinque figli e in questo periodo dell'anno, tra recite scolastiche e festicciole, dovevo fare il papa. Adesso che anche Rocco (il quinto dei Dettorini, n.d.r.) è cresciuto, ho avuto l'autorizzazione, a patto dì non tornare a mani vuote». Aspettando il Vase di Campanologist («sta bene e ci sta in una corsa apertissima») ha già messo in valigia una coppa, un assegno da 20.000 euro, tanti applausi e fatto un bel gesto. Save Italian Racing, con Frankie in sella e quater frane di cervello.
Appello lanciato: Save italian racing; coloriamo gli ippodromi di azzurro, riempiamo (Italia interna con la scrìtta "Save italian racing", salviamo l'ippica italiana, quella stampata sulla maglietta della Nazionale che abbiamo portato a Hong Kong, a Lanfranco Dettori, che è stato il primo testimonial della campagna. Una maglietta dell'Italia, da portare all'ippodromo, nelle scuderie, in tribuna, in pista, con l'appello per salvare l'ippica italiana, un'operazione per sensibilizzare, per far conoscere una situazione drammatica, per far capire che il mondo delle corse dei cavalli ha bisogno di un progetto, di nuove regole, di un supporto che permetta la ristrutturazione. Una bandiera con uno slogan semplice, con il quale si possa far comprendere a quello Stato che dell'ippica si è sempre disinteressato, che la chiusura del settore porterebbe gravi danni, economici e sociali. Che basterebbe un pizzico di interesse in più per tutelare 1 Ornila cavalli e il lavoro di decine di migliala di persone, praticamente a costo zero. Tanti ieri mattina hanno aderito con entusiasmo alla nostra iniziativa. Associazioni, allenatori, guidatori si preparano a confezionare le magliette e a indossarle nei giorni di corse. E la foto scattata da Stefano Grasso a Dettori a Hong Kong può diventare una sorta di manifesto per questa battaglia che può vedere l'ippica unita con la maglia della Nazionale, con quella maglia che i nostri portano idealmente quando corrono e vincono in tutto il mondo. Il primo risultato è ottenuto: con la foto si va in televisione, alla Rai e a Italia 1.
Leader 78 ha scritto:"...ahime' ci sono i personaggi, i cavalli, le scuderie che in ogni decennio, da Ribot. a Falbrav, dal Mostro a suo Figlio, dai nobili Signori ai Grandi Industriali e Imprenditori hanno sempre contraddistinto la ns. Ippica....manca il giocatore o meglio le migliaia di giocatori che affollavano S.Siro e Capannelle nei tempi di gloria!...che ahime'(scusate la ripetizone)non ho potuto vivere e che mi accontento di vedere in qualche foto o ascoltare in qualche racconto di qualche "Grande Vecchio Saggio" appassionato come me!
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