Divorzio all'Italiana, cinquant'anni esatti dopo la pellicola di Pietro Germi. Meglio ancora Divorzi Incrociati perché in tre giorni sono stati celebrati quello di Mirco Demuro dalla Incolinx e della Effevi da Endo Botti che ha salutato Jakkalberry, destinato a raggiungere le scuderie di Marco a Newmarket. I toni, fortunatamente, sono quelli della commedia perché l'ippica, che pure è uno sport di alta tensione, riesce a non creare i finti drammi del calcio. Domenica a San Siro tutti aspettavano il Federico Tesio, non solo per vedere all'opera Voila Ici a caccia della quarta vittoria o Jakkalberry alle prese con l'odiato pesante. Il tema della corsa era Mirco Demuro, in sella a Sneak a Peek, contro il suo grigio da battaglia e il miglior cavallo di quello che poteva essere il suo capo allenatore. Il Senatore - che pure non avrebbe amato queste cose - ci ha regalato una corsa palpitante, risolta da un Mirco che, come ha commentato un amico del loggione, "ha camminato sulle acque". Non ci sono state le tammurriate tipiche del caldo, quei "non esulto" contro la mia ex squadra o i baci alla maglia che evidentemente nascono dalla considerazione di avere a che fare con un pubblico di dementi. Mirco Demuro ha festeggiato come giusto il suo quarto Federico Tesio e ha voluto, dopo averci pensato per tutta la notte, fare una dedica particolare: «A tutti i ragazzi della scuderia Caruso, con cui ho lavorato splendidamente in questi anni. Il loro, il nostro Voila lcir ha perso ma sono venuti lo stesso a dirmi bravo anche se la sconfitta non fa mai piacere, soprattutto in un team molto legato come quello. Molta parte dei successi è merito loro e adesso sono quelli che Nella sceneggiatura della domenica c'è stata una parte per Umberto Rispoli che si è messo la giubba Incolinx e con misura, dopo la corsa, ha commentato: «Quello che volevo era montare come mi ha chiesto l'allenatore, pensando al cavallo, senza strafare o dimostrare chissà cosa. Ho cercato di fare il mio lavoro nella maniera più semplice». Bravo, ben detto e Vittorio Caruso è rimasto contento. C'è poi l'episodio Jakkalberry. La Effevi - come la Rencati - ha deciso di chiudere con Endo Botti perché non ha gradito di aver appreso dai giornali la notizia dell'arrivo in scuderia della Incolinx. I divorzi lasciano sempre dei segni e una vecchia regola di comportamento insegna di non andare a mettere il naso nei fatti altrui. L'Italia, poi, è il Paese della gelosia. A un proprietario non può far piacere di avere una concorrenza in scuderia, soprattutto una concorrenza forte come quella dello squadrone verde-rosa. La concentrazione di molto materiale in poche mani - lo avevamo scritto un paio di anni fa ha anche questo tra gli effetti indesiderati. Gli anni più belli del nostro galoppo sono stati quelli del pluralismo, quando a San Siro lavoravano una trentina di allenatori, tutti con i mezzi per poter competere - magari non in tutte le stagioni - al massimo livello. Nessuno dei tanti medi proprietari di allora pensava di affidare i suoi cavalli al "trainer che vince tutto", tutti erano gelosi del loro allenatore. Infatti l'unico capace di gestire una scuderia dawero pubblica, con molti e forti clienti, fu Mario Benetti, un caposcuola. Il bel tempo andato ci fa solo girare le balle, come direbbe Bossi. Pensiamo al futuro, a questa fine di 2011 che vedrà Mirco Demuro agire da freelance pensando all'inverno in Giappone, alla Incolinx che dovrà gestire la transizione Caruso - Botti e cercare un fantino, a Jakkalberry mandato a scuola di inglese. Divorzio all'Italiana, titoli di coda, e cavalli in pista.
(articolo apparso su Per Sport di martedì 20 settembre, e riproposto per gentile concessione, firmato da Franco Raimondi)
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