Il Grand National "è" Inghilterra. Immutabile, come il loro stile, è andata in scena la corsa che ferma una nazione. La perfida Albione diventa amabile, per quello che rappresenta. 7200 metri, 30 ostacoli da saltare e 40 protagonisti in campo ma soprattutto tanta storia. Ha vinto Ballabriggs (Presenting) nell'edizione 2011, e nel suo sangue, nel suo pedigree, nella sua storia e nella sua gestione ha un background di incredibile inerenza, appartenenza ippica. Come per i colori storici di Trevor Hemmings, oppure per Jason Maguire, privato della vittoria nel 2007 con Silver Birch infortunato. O per lo stesso Ballabriggs, un cui parente stretto Hi Cloy (Be My Native) ha vinto il Melling Chase G1 ad Aintree nel 2007, o ancora per Donald McCain "allevato" da un maestreo come Ginger McCain, legato indissolubilmente al "King of Aintree", Red Rum (Quorum), l'unico a vincere per tre volte il Grand National nel 1973, 1974 e 1977.
Ballabriggs dopo una corsa interamente fatta in testa, a dieci anni suonati, ha stra battuto Oscar Time (Oscar) e un eroico Don't Push It (Old Vic).
A proposito, prima della corsa, Bob Champion, ormai 62enne fantino scagliato nella storia nel 1981 per aver vinto in sella a Aldaniti (Derek H), ha tributato un omaggio proprio a Red Rum, la cui tomba è proprio sul traguardo del tracciato di Aintree. Leggenda, storia, cultura. Queste sono le radici, questa è vera ippica. Dio salvi la Regina e l'Inghilterra!
Per questo, in allegato al post ed alle foto dell'eroe di giornata e dell'immortale Red Rum, ascoltiamoci insieme l'inno nazionale inglese (CLICCA QUI).
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